La morte di Seid è una tragedia, ma alla sinistra dico: io non chiedo scusa (di C.Passa)

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La morte di Seid è una tragedia, ma alla sinistra dico: io non chiedo scusa (di C.Passa)

05 Giugno 2021

Sono sincera: a me non sembra di vivere in un Paese razzista. Detta ancora meglio: non credo che esistano “Paesi razzisti” e “Paesi non razzisti”. Esistono uomini buoni e uomini cattivi e nella maggior parte dei casi un po’ buoni e un po’ cattivi, esistono incontri più o meno fortunati, esistono esperienze diverse. Ed esistono società composte dall’insieme di questi uomini che però non sono monoliti, checché ne pensino i nostalgici dell’Unione Sovietica. Io ad esempio sono italiana, ho molti difetti, non sono razzista.

Veniamo al punto. Un ragazzo che si toglie la vita, a quell’età, è una tragedia immensa e in qualche modo una sconfitta per la società. E’ difficile anche solo provare a immedesimarsi in un gesto così drammatico, sicché non oso nemmeno addentrarmi nella diatriba che certamente prenderà piede nelle prossime ore tra le solite certezze apodittiche dei media sulla sua causa scatenante (il razzismo, appunto) e le parole dei genitori adottivi (razzisti pure loro?) che smentiscono questa ricostruzione e invitano a non strumentalizzare un post su Facebook di tre anni fa. Su questo terreno non mi ci infilo proprio e anzi, a scanso equivoci, il fatto che quel post sia stato scritto è un fatto comunque doloroso, a prescindere dalla causa del suicidio.

Cosa voglio dire? Che questa retorica del “siamo tutti colpevoli”, “chiediamo tutti scusa”, “è colpa di tutti noi”, non la accetto. Certo, chiunque di noi potrebbe sempre fare qualcosa di più per rendere migliore l’angolo di mondo in cui vive. Ma, scusate, io non chiedo scusa e non mi sento colpevole. Mi dispiaccio immensamente per questo ragazzo dagli occhi così buoni e dico una preghiera per lui. Fuori dal coro, perché io non voglio vivere in un Paese comunista nel quale ogni individuo si identifica con “la società” ma in un Paese liberale nel quale ciascuno ha le proprie responsabilità. Io ne ho tante su tanti fronti, ma questa no e non tollero che mi venga attribuita.

A Dio, Seid.