La NATO del XXI secolo passa per Lisbona
19 Novembre 2010
Si è aperto ieri a Lisbona il Summit dei Capi di Stato e di Governo dei paesi dell’Alleanza Atlantica e subito i lavori sono entrati nel vivo. C’è grande attesa soprattutto per il nuovo Concetto Strategico, che verrà divulgato nella giornata di oggi e definirà ruolo e obiettivi della NATO nel contesto di sicurezza del nuovo millennio. E’ evidente che la NATO formatasi nel secolo scorso per contenere la minaccia del blocco sovietico non può essere la stessa che oggi è chiamata ad affrontare le sfide del mondo post 11 settembre. Non a caso, il Segretario generale, Anders Fogh Rasmussen, parlando ieri ai giovani dello “Young Atlanticist Summit”, ha esordito evidenziando il fatto che se la sua generazione “è stata abituata a guardare al problema della sicurezza attraverso il prisma della Guerra Fredda, ed a pensare alla difesa in termini di grandi eserciti, equipaggiamenti pesanti e guerre tra paesi”, per le nuove generazioni “la Guerra Fredda è come la Guerra del Peloponneso, storia antica”.
La NATO ha capito perfettamente che per sopravvivere al crollo del muro di Berlino è necessario che si doti di una nuova strategia ed una, conseguente, nuova organizzazione, trasformandosi da “alleanza di difesa collettiva” ad “organizzazione di sicurezza”. Ma per compiere la propria missione la NATO dovrà non solo riorganizzarsi all’interno, attraverso una riduzione del personale (ridotto da 13 mila a 9 mila unità) delle Agenzie (ridotte tra 14 a 3) e delle strutture di Comando (ridotte da 3 a 2), ma anche rivedere il proprio modo di rapportarsi con gli altri attori internazionali, perché l’Alleanza si trova ad affrontare sfide che coinvolgono una varietà di soggetti, che certo non può esaurirsi con i 28 paesi che aderiscono alla NATO. Non a caso nelle riunioni di oggi durante le quali si parlerà di Afghanistan saranno presenti anche l’ONU, l’Unione Europea, la Banca Mondiale e più di 20 paesi esterni all’Alleanza. La volontà di stabilire nuove partnership e proficue collaborazioni internazionali è stata confermata da Rasmussen: “Rafforzeremo le nostre alleanze ed aggiorneremo i nostri programmi di cooperazione, e lo faremo in uno spirito di apertura e collaborazione, concentrandoci maggiormente su ciò di cui abbiamo bisogno oggi”.
Gli occhi sono dunque puntati anche sul Consiglio NATO-Russia. Il rilancio delle relazioni bilaterali è nell’agenda dell’Alleanza soprattutto ed è complementare alla diplomazia del "reset button" inaugurata dagli USA di Barack Obama. Una solida piattaforma su cui costruire un nuovo capitolo dei rapporti con Mosca potrà essere la difesa missilistica. L’Alleanza inviterà infatti la Russia a cooperare con lo scudo che la NATO intende realizzare per proteggere i paesi europei dalla minaccia missilistica, iraniana in particolare. Sarà questo uno degli argomenti principali del Consiglio NATO-Russia di oggi, cui parteciperà il Presidente Medvedev per la prima volta dalla guerra di Georgia dell’agosto 2009.
Occhi puntati su Nuovo Concetto Strategico e sui rapporti NATO-Russia, ma non solo. Al centro dell’attenzione c’è anche l’Afghanistan. L’exit-strategy che verrà presentata oggi suggerisce una progressiva riduzione delle truppe a partire dal 2011 fino al completamento del passaggio delle responsabilità in materia di sicurezza in mani afghane previsto per la fine del 2014. E’ la cosiddetta transition strategy, la cui tempistica verrà naturalmente adattata in funzione dei risultati ottenuti sul campo. A prescindere dalla tabella di marcia, l’impegno della comunità internazionale in Afghanistan è destinato comunque a durare ben al di là del 2014 e sarà sancito da una "partnership a lungo termine" con Kabul.