La Nato rinforza il fianco est. Italia tra nazioni guida dell’Afghanistan dopo 2016

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La Nato rinforza il fianco est. Italia tra nazioni guida dell’Afghanistan dopo 2016

09 Luglio 2016

Si ritrovano a parlare di deterrenza e sicurezza i 28 capi di Stato e di Governo dei Paesi Nato in questi giorni a Varsavia.

Il presidente americano Barack Obama arriva al suo ultimo summit Nato portando l’impegno ad inviare mille soldati americani in Polonia e nei Paesi Baltici (in tutto saranno circa 4mila). Il premier italiano Matteo Renzi lo saluta e annuncia l’invio fino a 150 militari italiani alle frontiere Est con la Russia.

Tutti i timori riguardano il futuro dell’Unione, sul quale la decisione britannica getta una certa “incertezza”, dice Obama, ma anche il ruolo dell’Inghilterra nella Nato. E non è un caso che il premier britannico David Cameron ha deciso di presentarsi con un segnale concreto: 650 militari da schierare sul fronte orientale e una forza di intervento rapido da 3000 uomini pronto “su chiamata”.

Probabilmente si tratta di una risposta all’invito dei giorni scorsi degli Usa a rafforzarsi all’interno della Nato per mantenere la sua influenza internazionale una volta abbandonata l’Ue. 

Abbiamo deciso di proseguire la missione in Afghanistan oltre il 2016“, ringrazio il presidente Usa Barack Obama “per il suo impegno decisivo sulle truppe” e elogio “le nazioni guida che contribuiscono a questa missione per il loro forte impegno”, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.

L’alleanza ha dato il via libera al dispiegamento, che sarà a guida canadese in Lettonia, tedesca in Lituania, britannica in Estonia e statunitense in Polonia con mille uomini, mentre dagli altri paesi arriveranno “altre forme di cooperazione”. Anche l’Italia sta valutando il suo contributo.

L’aria che si respira racconta di un’Alleanza non intende chiudere la porta in faccia a Mosca. Se è vero che può rappresentare una minaccia sul fronte orientale, resta infatti un partner troppo importante per la sicurezza su quello meridionale. E Hollande, infatti, avverte: “Per la Francia la Russia non è un avversario né una minaccia. E’ vero, e lo abbiamo visto in Ucraina, che a volte” Mosca “ha usato la forza, e noi l’abbiamo condannata. Ma è anche vero che rappresenta anche un partner “che può avere l’effetto di proteggere l’Europa da altre minacce”. Cosa che ripete anche lo stesso Stoltenberg invitando i membri dell’Alleanza a non isolare Mosca.

Dal canto suo anche il Cremlino dà segnali di apertura e assicura che l’Alleanza Atlantica e la Russia hanno “un grande spazio per la cooperazione”, a patto che la Nato riesca ad abbandonare “l’assurda retorica” sulla minaccia russa. Ma il messaggio che serpeggia è che la Nato resti compatta e affronti unita le “nuove sfide che l’attendono”, come ha detto Stoltenberg e ha ribadito anche il premier Matteo Renzi, sottolineando l’importanza “dell’unità e della coesione della Nato per affrontare le nuove sfide sul terreno della sicurezza, della lotta al terrorismo, al cybercrime”.