La nave dei veleni e le “pistole fumanti” di Rep.

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La nave dei veleni e le “pistole fumanti” di Rep.

13 Ottobre 2009

Da più di un mese la Repubblica ci tiene informati sulla Cunsky, la misteriosa motonave russa inabissata al largo delle coste calabresi di Cetraro. “La nave dei rifiuti radioattivi”. Un pentito delle ‘ndrine calabresi ha confessato di averla affondata con le sue mani, insieme a un carico di 120 fusti velenosi. Ma questo pentito non è mai stato del tutto credibile. E adesso i magistrati stanno cambiando idea.

“Non abbiamo certezze sul fatto che la nave scoperta a Centraro sia davvero il cargo russo,” dice la procura di Catanzaro, “le navi si somigliano tutte, soprattutto quando sono danneggiate”. Più cauto anche il procuratore di Paola, che ha seguito dall’inizio le indagini: “non abbiamo mai detto che quella sia la Cumsky. Ma resta comunque il fatto che là sotto c’è un relitto, in un posto dove non dovrebbe essere, e con dei fusti che non si sa cosa contengano. Su questo bisogna far luce”.

Che esistano le ‘navi a perdere’ e le mafie dei rifiuti lo sapevamo da tempo ed è un fenomeno criminale che va combattutto. Quello che invece sorprende, sempre, è il tono di Repubblica. Attenzione cittadini di Centraro! La Cumsky contiene “un grosso carico di materiale radioattivo”, “la pista delle indagini è stata indicata con chiarezza da tanti pentiti”, “un piccolo robot è riuscito a fotografare i bidoni della vergogna che spuntano dalla falla nella prua della Cunsky”. Fa niente se per il procuratore di Paola “la prua potrebbe anche essere la poppa”, secondo Rep. la Cunsky è la "pistola fumante", come disse Bush esibendo le prove delle armi non convenzionali in mano a Saddam Hussein.

La proposta: "Bisogna formare un’unità di crisi per il monitoraggio delle zone in cui all’aumento della radioattività corrisponde un picco dei tumori". I risultati di questo giornalismo vorticoso sono prevedibili. I pescatori di Cetraro bloccano le ferrovie della città preoccupati di respirare veleno. Le vendite di pesce colano a picco mettendo a dura prova chi vive di questo mestiere. “L’immagine turistica del mio Paese è stata distrutta”, dice il sindaco, “sono state disdette le prenotazioni alberghiere che avevamo il prossimo anno”. Il pentito tace, in attesa di nuove eclatanti rivelazioni.

Tutto per la Cunsky, che forse non è la Cunsky. Ripensando alle "pistole fumanti" ci chiediamo se proprio stavolta a Rep. dovevano prendere come modello Bush…