“La norma era giusta, no a complessi di inferiorità”

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“La norma era giusta, no a complessi di inferiorità”

06 Luglio 2011

Nel Pdl c’è chi non è d’accordo su questa ritirata strategica. Ma Gaetano Quagliariello, vice capogruppo al Senato del Pdl, è un combattente. Cosa è successo in questo gran pasticcio?

"La norma ha suscitato polemiche, sia politiche che istituzionali, alla luce delle quali è stato saggio, e anche responsabile, che il presidente del Consiglio ne abbia disposto il ritiro. Una volta che ciò è avvenuto, però, forse si può dire che in Italia è come se la razionalità delle norme sparisse completamente per privilegiare un giudizio a priori. Una sorta di pregiudizio ad personam".

Ad personam, eh?

"Io penso che quelle norme, indipendentemente da problemi di metodo e di procedura, avessero una loro razionalità. Dal punto di vista giuridico, servivano a evitare che una sentenza ancora non definitiva possa produrre effetti definitivi. Si dirà, come argomenta Carlo Federico Grosso sulla ‘Stampa’, che ciò è possibile già ora, ma a discrezione del giudice. A me però pare che si tratti di un bene talmente importante che è giusto legarlo a parametri oggettivi. Va aggiunto che quella norma tutelava senz’altro il creditore, perché prevedeva una cauzione, ma anche il debitore, il quale si potrebbe trovare ad avere ragione nel grado successivo o alla fine dell’iter processuale e magari non avere più possibilità di tornare in possesso di ciò che aveva dato, perché il creditore ha la libera disponibilità di quel denaro. Infine, un principio di utilità generale: laddove vi è il rischio di provocare un danno definitivo, che può essere anche il fallimento di un’impresa, ci sono tutte le ragioni per fissare parametri oggettivi".

Va da sé che è il frutto avvelenato del conflitto di interessi.

"Può essere… Se il conflitto di interessi lo si coglie anche in senso inverso: un giudizio politico sereno da parte degli avversari di Berlusconi ormai è impossibile. La cosa peggiore è che si stravolge anche, sulla base di un sospetto, qualsiasi grammatica istituzionale. E perciò vediamo istituzioni che non dovrebbero esprimersi, esprimersi liberamente. Giudizi di costituzionalità anticipati. Giochi delle parti. Tutto sembra giustificato dallo spettro del conflitto di interessi. Quando poi questo spettro viene spazzato via, come Berlusconi ieri ha fatto, tutto il resto viene alla luce".

Intanto abbiamo assistito allo smarcamento di questo o quel ministro. Che sta avvenendo dentro il Pdl?

"Guardi, io credo che tutto vada riportato alla grammatica istituzionale. Questa era una scelta del governo, quindi doveva essere discussa nell’ambito del governo e poi portata a conoscenza delle Camere. Per correttezza istituzionale, si poteva evidentemente prevedere che qualcun altro dovesse conoscerla. Ma questi sono elementi di galateo istituzionale".

In definitiva non le sembra che si sia giocato allo scaricabarile?

"Qualche volta c’è una specie di complesso di inferiorità, per cui, anche da parte nostra, si pensa di non poter sostenere delle buone ragioni. Come se avessimo la coda di paglia. Io penso che non sia mai positivo l’eventuale fallimento di una grande impresa del nostro Paese, anche se l’impresa appartiene a un mio avversario politico. Io ragiono così. Poi però vedo che molti hanno perso questo metro di ragionamento e devo constatare che avviene anche dalla nostra parte".

(Tratto da La Stampa)