“La nostra gente ha chiesto di non far cadere il Governo”

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“La nostra gente ha chiesto di non far cadere il Governo”

03 Ottobre 2013

Giornata campale quella di ieri alle Camere con il voto di fiducia al Governo Letta. Piena di sorprese e con l’emergere di un pezzo del Pdl, "moderato e popolare", che ha spinto il presidente Berlusconi a rinnovare la fiducia all’esecutivo, con una mossa inaspettata. Delle ragioni di questa scelta e dello scenario in evoluzione parliamo con l’onorevole Paolo Tancredi, Pdl, vicepresidente della Commissione Politiche comunitarie alla Camera.

Onorevole, “ribelli”, “traditori”, “dissidenti”, gli appellativi si sprecano dopo la giornata di ieri. Lei era tra quelli pronti a votare la mozione in dissenso dal Gruppo Pdl?

Vorrà dire la fiducia al Governo. Sì, ma non sono mai uscito dal Pdl e resto al fianco del Segretario Alfano. Quello di ieri è stato senza dubbio un passaggio difficile, complesso, ma evitiamo di drammatizzare inutilmente.

Berlusconi ha votato a sorpresa la fiducia

Il Presidente ancora una volta ha mostrato responsabilità verso il Paese. E non è un caso: ce lo chiedevano la nostra gente, le associazioni di categoria, le parti sociali, i portatori d’interesse.

E gli «scissionisti»?

Detta così sembra una guerra di Camorra. Ma per favore!, la stampa quando usa definizioni così fa solo il verso all’antipolitica. Tra noi sono emerse delle posizioni sulla eventuale creazione di nuovi gruppi parlamentari, posizioni che per adesso mi sembrano isolate.

Quindi com’è andata veramente?

Negli ultimi giorni una fetta importante, moderata e popolare, del nostro partito, si è fatta sentire. E’ sbagliato dire che questo gruppo “è uscito allo scoperto”. Non c’è stata nessuna congiura o tradimento. Il Pdl ha sempre avuto diverse anime in sana competizione tra loro. Siamo un partito moderno e occidentale, chi pensava che tra noi non esistesse un dibattito interno ieri è stato smentito platealmente.

E’ vero che rischiavamo un commissariamento in stile greco?

Anche su questo si fa terrorismo psicologico. Il Pdl è una forza europeista, mica Alba Dorata. Siamo in Europa, vogliamo restarci e abbiamo consapevolezza del fatto che occorre rispettare le ragioni di stabilità dell’Unione. Detto questo mi sembra che ieri il premier Letta a più riprese abbia spiegato che bisogna uscire dalla “Età dell’Austerity”. Non è il solo ad affermarlo.

Sul web scrivono che vi siete inginocchiati alla Merkel

Merkel ha vinto e bisogna farci i conti. L’Italia si appresta a guidare il semestre europeo. L’Europa a cui pensiamo nel centrodestra deve rivedere i vincoli del patto di stabilità, è necessario rafforzare la cooperazione tra i Paesi della sponda Sud dell’Unione, guardare all’Europa orientale e ai Balcani. Dobbiamo difendere le nostre radici culturali e non tradire la vocazione atlantista.

Perché va sostenuta l’azione del Governo Letta?

In primo luogo per favorire la riforma dello Stato e delle istituzioni. Al di là di questioni pure importanti come Imu o Iva, occorre ripensare il nodo strategico tra occupazione, fisco, nuove generazioni. Se il lavoro non costerà meno, se non reintrodurremo forme meno vincolanti nel mercato, non ci saranno né crescita né ripresa. Gli ultimi dati Istat sulla disoccupazione giovanile mettono i brividi.

E la questione giudiziaria? La decadenza? La persecuzione del Cavaliere? Diventeranno secondarie?

Per niente. Ieri Letta ha fatto un passaggio in Senato ricordando la sentenza Ue che ci impone una riforma della giustizia, introducendo il criterio della responsabilità civile dello Stato-giudice. Ricordo che il nostro partito ha sostenuto la battaglia referendaria dei Radicali per una “Giustizia giusta”. Berlusconi in questi anni è stato vittima di un uso politico della giustizia, è stato aggredito in modo implacabile, nella sua vita pubblica, imprenditoriale, privata. Non dico niente di nuovo e non c’è nessuna retromarcia su questi temi, anzi.

All’orizzonte vede nuovi aventini?

Direi piuttosto che affronteremo queste battaglie con perseveranza e intelligenza politica. Le barricate lasciamole ai professionisti ideologici dello scontro. Obiettivo di questo Governo è pacificare non cannoneggiarsi un giorno sì e l’altro pure.