La nuova battaglia pseudo-femminista: revisionare il tango argentino
12 Ottobre 2019
Per finire nel mirino del femminismo contemporaneo occorre veramente poco: sono sufficienti presenza maschile, bellezza, sensualità, tradizione ed identità popolare. Infatti, la nuova battaglia delle femministe del #Metoo riguarda il tango, danza popolare argentina, che sarebbe nata nelle periferie di Buonos Aieres nei primi dell’Ottocento.
Il tango presenterebbe un problema particolarmente rilevante e, senza dubbio, prioritario, che risiede nella semplice regola “l’uomo guida, la donna segue”, alla base dell’improvvisazione, che dovrebbe caratterizzare questo ballo. Per questa ragione, Liliana Furió, portavoce del Movimiento feminista de tango – e, neanche a dirlo, attivista LGBT – intervistata dal Corriere della Sera, ha spiegato come il tango tradizionale sia un “un bastione del machismo argentino” dove c’è “un brusco dominatore” e “un’accondiscendente dominata”. Secondo l’attivista, inoltre, mediante questa nuova lotta, non verrebbe meno la carica erotica che, tradizionalmente, caratterizza il tango, perché “nel nostro stile tecnicamente non cambia nulla, sono la stessa musica, gli stessi tempi, passi uguali. Semplicemente la connotazione di genere smette di essere così rigida. È un’evoluzione, secondo noi necessaria, del tango”.
Ma non basta, perché il problema sarebbero anche la musica e le note sulle quali il tango viene ballato: a questo proposito, la cantante e compositrice di tango Marisa Vazquez – come riporta Il Giornale – ha dichiarato ad Al Jazeera: “Non vogliamo smettere di cantare queste canzoni, ma vogliamo riadattarle e insegnare al pubblico da dove viene il tango”.
Dunque, sembrerebbe non esserci nulla di nuovo sotto il sole: alcune femministe, sulla base di convinzioni personali, decidono cosa è maschilista e cosa non lo è. Nel caso di specie, poco importa se una donna, consapevolmente e volontariamente, ha scelto e continua a scegliere di diventare una ballerina professionista – o non professionista – di tango. Le paladine del politicamente corretto, del #MeToo e dei diritti prioritari solo per loro, decideranno per quella donna ciò che è giusto fare.