La nuova guerra tra Google-Yahoo si gioca sul tempo reale
19 Gennaio 2009
Adesso è tutto un discettare di "Twitter", dalle colonne di "tecnologia" dei più autorevoli giornali Usa fino ai più riposti anfratti della "blogosfera". E’ una paginetta Web dove uno si iscrive e digita delle frasi brevi, ad uso di una cerchia di amici oppure di chiunque fosse interessato.
Una specie di blog ristretto, concentrato, rapidissimo. In cui, ammesso che qualcuno legga, si scrivono cose del tipo "Vado in palestra, mi trovate tra due ore", "Chi sa dov’è un ferramenta in zona?" oppure "Sono appena atterrato a Lisbona (si può ‘postare’ anche col telefonino, ndr.) che locale mi consigliate?". L’uso standard di "Twitter" è quello esplicitato nel sito: "E’ un servizio per amici, familiari e colleghi per comunicare e rimanere connessi attraverso lo scambio di brevi e frequenti risposte ad una semplice domanda: Cosa stai facendo?".
Ma è l’uso "distorto" di Twitter che desta maggiore interesse, come quando viene utilizzato alla stregua di un nuovo media giornalistico. E’ successo, per esempio, durante i giorni degli attacchi terroristici a Mumbai in India: un diluvio di "post" che non rispondevano alla domanda "che stai facendo?" ma a quella più urgente: "Cosa sta succedendo?". Migliaia di persone hanno dato informazioni e si sono informate così; velocemente certo ma anche molto poco accuratamente: in linea andava tutto, senza filtro, da constatazioni obiettive come "C’è un incendio al Taj Majal" alle più fantasiose ricostruzioni. Un fallimento informativo, in conclusione.
Stesso problema, e stesso flop, quando "Al Jazeera" ha dato il via ad "AJ Gaza" su Twitter, dove è impossibile controllare l’attendibilità del flusso di notizie sul conflitto. Un’interessante variazione sul tema di come utilizzare Twitter in senso informativo l’ha realizzata di recente il responsabile ricerca di Yahoo, Vik Singh, che ha dato vita a "TweetNews". Si tratta di un motore di ricerca di notizie che si pone in diretta concorrenza con "Google news" e che non è basato sui "lenti" algoritmi di indicizzazione del motore di Mountain View, bensì valuta l’importanza delle notizie in base a ciò che è "most popular" su Twitter in quel momento. In pratica, usa Twitter come spia e graduatoria dell’interesse delle persone e vi associa i risultati di "Yahoo news" da fonti giornalistiche attendibili. E’ qualcosa di nuovissimo e di promettente.
Bernard Lunn del "New York Times" ha sostenuto in un recente articolo che il gigante Google potrebbe cadere proprio sull’informazione in tempo reale, che il potente meccanismo di ricerca non riesce a cogliere. L’ "adesso" sarebbe il suo tallone d’Achille. "Google non può agire in tempo reale. Indicizza il Web storico – ha scritto Lunn – e lo fa meglio e più rapidamente di ogni altro. Trova le storie più importanti dai media più autorevoli ma soltanto dopo che sono accadute". Google, insomma, perde l’evento nel fuoco del suo svolgersi. "E oggi questo conta", ha concluso il commentatore del NYTimes.