La nuova manovra di Tremonti punta a controllare e ridurre la spesa pubblica
05 Luglio 2011
La nuova manovra sui conti pubblici targata Tremonti ha come obiettivo il controllo e la riduzione della spesa pubblica e dovrebbe consentire all’Italia di centrare gli obiettivi di finanza pubblica stabiliti in sede comunitaria. Ad una prima lettura, essa si presenta orientata principalmente alla riduzione del peso dello Stato nell’economia, portandolo finalmente ad un livello più ragionevole.
Si parte da una rivoluzionaria riduzione dei costi della politica e degli apparati, tra i principali responsabili negli anni passati della creazione dell’immenso debito pubblico italiano. Numerose le norme di intervento sulla riduzione dei compensi ai titolari di cariche elettive e di vertice, che non potranno più superare i compensi mediamente percepiti dai colleghi europei. Politici e dirigenti pubblici sono quindi i primi destinatari dei tagli voluti da Tremonti, che con questa norma vuole dare un segnale forte ai cittadini: se i soldi sono finiti, i primi a dover dare l’esempio dovranno essere proprio i vertici dell’amministrazione e della politica. Sforbiciata anche sulle auto e aerei blu, da sempre considerati degli status symbol del circuito politico. D’ora in avanti le auto di servizio non potranno più superare i 1.600 cc., mentre i voli di Stato dovranno essere limitati al Presidente della Repubblica, ai Presidenti di Camera e Senato, al Presidente del Consiglio e al Presidente della Corte costituzionale. Viene prevista inoltre una cura dimagrante per le strutture amministrative di Camera, Senato e Corte Costituzionale, il cui costo del personale incide in maniera vistosa sul bilancio pubblico. A decorrere dall’anno 2012, inoltre, gli stanziamenti del CNEL, degli organi di autogoverno della magistratura ordinaria, amministrativa, contabile, tributaria, militare, nonché delle autorità indipendenti, compresa la Consob, verranno ridotti del 20% rispetto al 2011. Ulteriore riduzione in vista anche per i finanziamenti ai partiti, per un ammontare complessivo del 30%.
Secondariamente, vengono introdotte nuove norme relative alla razionalizzazione della spesa e al superamento della spesa storica, mediante il cosiddetto meccanismo della spendig review, attraverso il quale verranno definiti i fabbisogni standard propri dei programmi di spesa delle amministrazioni centrali dello Stato. In altre parole, d’ora in poi le risorse verranno assegnate ai Ministeri non sulla base del criterio storico (quanto si è sempre dato in passato) ma sulla base di quanto si calcola il ministero abbia bisogno per svolgere le sue funzioni. Accanto a questa disposizione, vi sarà la riduzione delle spese per Ministeri, che dovrebbe consentire un risparmio complessivo di circa 10 miliardi di euro nel triennio futuro. Previsti anche degli interventi di razionalizzazione dei processi di approvvigionamento della pubblica amministrazione (e-procurement), mediante processi di centralizzazione degli acquisti.
Numerose anche le norme relative al contenimento e razionalizzazione delle spese in materia di impiego pubblico, sanità, assistenza, previdenza, organizzazione scolastica e al concorso degli enti territoriali alla stabilizzazione finanziaria. Per quanto riguarda il pubblico impiego viene prorogata di un anno la norma che stabilisce il blocco del turn-over, mentre il blocco dell’aumento delle retribuzioni viene portato fino alla fine del 2014. Con riferimento alla razionalizzazione della spesa sanitaria, si stabilisce che il livello del finanziamento a cui concorre lo Stato per il 2013 è incrementato dello 0,5% rispetto al livello vigente per il 2012 ed è ulteriormente incrementato dell’1,4% per il 2014. In materia previdenziale, vengono elevati di anno in anno i requisiti anagrafici necessari per avere accesso alla pensione di vecchiaia, e viene congelata parzialmente l’indicizzazione delle pensioni, soprattutto per quelle di importo superiore ai 2.380 euro.
Sempre sul versante del miglioramento dei saldi di bilancio, le altre norme ad elevato impatto sui conti pubblici sono quelle riferite all’aumento di 0,75 punti percentuali sull’IRAP versato dalle banche e l’incremento del bollo sui conti deposito da 34,2 a 120 euro per il 2012, dal 2013, a 150 euro per conti inferiori ai 50mila euro e a 380 euro per conti superiori ai 50mila euro e al riallineamento e potenziamento delle indagini finanziarie e degli studi di settore.
Un intero capitolo è dedicato alle entrate provenienti dai giochi, che dovrebbero portare nelle casse dello Stato quasi 2 miliardi di euro, grazie al rinnovo delle attuali licenze per la gestione delle slot machine e alla nuova gara per l’assegnazione di concessioni per le Videolotteries. Previste anche norme per il nuovo SuperEnalotto e dai nuovi bandi di gara per scommesse ippiche, poker e Bingo a distanza.
La finanziaria prevede, tuttavia, anche norme rivolte allo sviluppo economico, per un ammontare complessivo di 6,6 miliardi di euro nel quadriennio 2011-2014. Da questo versante le novità riguardano soprattutto il finanziamento delle reti ferroviarie e stradali, per le quali viene istituito un apposito fondo e sostegno ai cosiddetti venture capitalist funds, per lo sviluppo delle imprese start-up.
La manovra è sicuramente corposa e da apprezzare è soprattutto il coraggio con il quale il ministro è andato contro gruppi di potere finora mai attaccati come si sarebbe dovuto. Se la manovra riuscisse, a lui dovrà essere riconosciuta la capacità di aver ridotto (si spera definitivamente) il peso dello Stato sull’economia, in maniera da liberare risorse utili per lo sviluppo del mercato concorrenziale. Esistono tuttavia alcuni dubbi sull’aleatorietà con la quale si è proceduto a quantificare l’impatto di alcune norme, che potrebbe ridurre l’impatto totale della manovra, stimato in 47 miliardi di euro. Se così fosse, le misure adottate non sarebbero sufficienti e Tremonti dovrebbe stringere ulteriormente i cordoni della borsa, probabilmente riducendo di nuovo il costo del personale pubblico. Con i mercati finanziari sempre pronti a captare ogni minimo segnale di debolezza della finanza pubblica italiana per poter imbastire una possibile azione speculativa, è più che mai opportuno raggiungere l’obiettivo di riduzione della spesa pubblica il più in fretta possibile.