La “nuova” scuola è una scommessa che dirigenti e tecnici dovranno vincere
08 Agosto 2011
di F. C.
Educazione, qualità, merito. Parole che dovrebbero essere scritte davanti ad ogni scuola, appese sui muri di ogni aula, pronunciate da ogni insegnate che voglia spiegare ai giovani qual è la vera frontiera del futuro. Perché in una società come la nostra, sempre più orientata alla conoscenza, è proprio la scuola il primo passaporto, indispensabile, per disegnare il destino delle giovani generazioni.
E’ inutile soffermarsi sulle lunghe discussioni che hanno accompagnato le riforme del ministro Gelmini. L’emergenza educativa è sotto gli occhi di tutti. Trovare soluzioni, quantomeno provarci, è stato un atto di grande coraggio e responsabilità. E pecca di ingratitudine chi, davanti al bicchiere riempito a metà, si ostina a guardare solo da una parte. Che qualcosa stia cambiando nella scuola è innegabile. Ma c’è ancora tanto da fare se si vuole restituire ad essa il suo ruolo e la sua dignità. E questa responsabilità in Abruzzo è molto sentita.
E’ di ieri, infatti, la firma di un protocollo d’intesa tra il presidente della Regione, Gianni Chiodi, e il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. Saranno stanziati nuovi fondi per potenziare e migliorare l’offerta formativa. E questo nonostante la “sana” esigenza di razionalizzare i costi. Perché la scuola rappresenta, sempre e comunque un capitale, umano e di idee, che deve essere rivitalizzato e valorizzato. E soprattutto, rimodernato.
Non è perciò un caso se il nuovo direttore generale dell’ufficio scolastico regionale abruzzese, Giovanna Boda, sia una giovane e preparata professionista. E’ stata nominata solo qualche settimana fa, ma in Abruzzo il suo è un nome già noto, per il lavoro prestato durante i difficili giorni del post-terremoto, come coordinatrice di un gruppo di lavoro che si è occupato del recupero scolastico e della raccolta fondi.
Ma soprattutto il nuovo direttore generale ha trentasette anni, un elemento non trascurabile in un sistema, quello italiano, ingessato e “anziano”. In cui ancora sulla necessità di dare fiducia ai giovani, prevalgono logiche di casta e di clientelismo. Diffidenze, barriere, conservatorismi, burocrazia, sono radici difficili da sradicare, ma tentare è stato un obbligo. Che vale anche per la scuola.
Quella educativa, infatti, è soprattutto una sfida, che come tale richiede coraggio. Il coraggio di cambiare e puntare su valori nuovi: uno per tutti e su tutti, è la meritocrazia. Che deve diventare l’unico metro in base al quale scegliere – e premiare – i docenti e i dirigenti scolastici. E dirlo apertamente, è stato anche questo un atto di coraggio da parte del ministro Gelmini. Anche la scuola, la “nuova” scuola, è perciò una scommessa.
Alla politica, ai dirigenti, ai tecnici, il compito di provare a vincerla. E siamo certi che la scelta di Giovanna Boda, è stata un tassello importante verso questo obiettivo. Un cambiamento, che ci porterà nella giusta direzione. Perché ai ragazzi che investono sul loro futuro, noi per primi, abbiamo il dovere di dare risposte.
(Tratto da Il Centro)