La politica di sinistra è il remake di un film già visto

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La politica di sinistra è il remake di un film già visto

18 Febbraio 2008

E’ uno strano modo quello della
sinistra italiana. Ma il suo gioco di scegliere tra il serrare le fila e
l’antipolitica, tra la crisi della capacità di proposta sociale e civile ed il lancio
di nuove strategie di attenzione al Paese, riciclando persino per nuovo uomini
già sperimentati, e per originali idee già di altri, oramai ha fatto il suo
tempo.

Anche la suggestione popolare del
pullman è un film già visto e neanche tanto vecchio da poter sembrare un “remake”.
C’è chi preferisce la sostanza e le esperienze fatte e soprattutto la
sostenibilità delle idee.

Quando ha governato la parte
moderata del Paese, abbiamo assistito ad una opposizione compatta e rumorosa
che ha giudicato dannosa, pericolosa e sbagliata la politica dell’esecutivo.
Girotondi di patetici sessantottini ultra sessantenni, scioperi in nome della
libertà di tutto e da tutti, contestazioni mirate, bagarre parlamentare su ogni
legge in discussione. Erano tutti uniti e concordi dal social forum agli
opportunisti di Mastella, dai centri sociali e dai diversi movimenti della
sinistra alternativa, ai liberaldemocratici di Dini. E la sinistra era tutta un
blocco monolitico tanto da presentarsi unita alle elezioni del 2006 e  firmare tutti insieme un ambizioso programma
di ben 282 pagine: un autentico libro dei sogni.

L’Italia e le sue istituzioni hanno
trovato anche al di fuori dei confini nazionali complotti e attentati alla dignità e credibilità del Paese.
In Europa, l’Italia moderata e liberale è stata spesso bersaglio di azioni
indecorose tese allo svilimento ed alla delegittimazione dei suoi
rappresentanti nazionali. Imboscate e villlanzonate spesso stimolate e
concordate con i gruppi europei omologabili al socialismo ed alla sinistra più
estrema, ed il sostegno complice ed indifferente di quella fascia sedicente di
centro o di sinistra moderata.

Anche la componente di sinistra cattolica
si è mostrata appiattita con la componente socialista su posizioni stantie, di tipica
impronta togliattiana, di presunzione di diversità morale. Cattolici integrati
in una strategia di contrapposizione e di unità sino al punto da risultare persino
indifferenti ai richiamo dei valori etici che, non la Chiesa, che in ogni caso
fa bene a ribadire le conquiste del cristianesimo, ma la società civile ritiene
tuttora pilastri della civiltà occidentale. Sordi persino alla percezione che
siano i popoli che si riconoscono in quell’insieme di  valori, non dissimili da quelli di libertà e
di democrazia, su cui i percorsi delle società di indirizzo liberale si pongono
al confronto con le spinte e le minacce di civiltà e culture diverse.

Se la sinistra è all