“La politica è sospesa. Vedo il rischio del ’92 col governo Ciampi”

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“La politica è sospesa. Vedo il rischio del ’92 col governo Ciampi”

19 Gennaio 2012

di L. B.

Il dna napoletano stavolta non lo soccorre in fatto di ottimismo. Gianfranco Rotondi, ex ministro del governo Berlusconi, legge il tempo dei professori a Palazzo Chigi con malcelata preoccupazione. Non solo perché denuncia un immobilismo della politica, quanto perché nell’anticasta vede un disegno più articolato per la sua definitiva delegittimazione. Apprezza il lavoro di Alfano e tuttavia non ne nasconde le difficoltà, individuando una necessità: far tornare la politica protagonista.

Onorevole Rotondi, nel tempo del governo Monti che fine ha fatto la politica?

Sospesa. Complice derelitta di un teorema per cui è diventata il regno della casta. E’ un’operazione molto complessa, in parte riuscita, e il Parlamento era poco vaccinato rispetto al rischio della propaganda anticasta. C’è stato un golpe silenzioso durato qualche anno e alla fine si è sostituto il governo eletto dai cittadini con un governo privo di legittimazione popolare, con l’aggravante che si mette in mora il Parlamento rappresentandolo come il tempio dei fannulloni.

Però non è tutta demagogia…

La campagna anticasta serve a separare il popolo dai suoi rappresentanti. Siccome si devono varare provvedimenti antipopolari, non impopolari, il timore di certi apparati economici è che anche i parlamentanti per timore di perdere consenso possono mettersi di traverso, allora ‘armano’ i loro giornali per attaccare il Parlamento in modo da separare i parlamentari dal popolo. Il popolo applaude i banchieri che gli svuotano le tasche e ingiuria i parlamentari che pagano poco il caffè alla buvette. E’ un capolavoro, non c’è che dire…

Secondo lei per quanto la politica resterà sospesa?

Sono pessimista, ha ragione Beppe Grillo e lo ha detto bene ieri. Se questi politici si ripresentano, si scatena l’ira di Dio. Ho l’impressione che abbiamo sempre meno tempo per ripristinare la legalità della politica. Purtroppo, sento anche in mezzo a noi cedimenti e compromessi: deputati eletti con questa legge elettorale che si affrettano – per sembrare fighi – a dire che è la peggior legge elettorale, quando invece non è così e semmai i può migliorare. C’è l’idea che di fronte all’antipolitica tutto si possa risolvere diventando anche noi antipolitici e demagoghi. Solo che Grillo sa fare bene il suo mestiere, mentre i ‘grilli parlanti’ che stanno in Parlamento faranno la fine che Grillo prevede.

Sì, ma allora perché il Pdl ha sostenuto il governo tecnico, accettando di fatto una sospensione della politica?

Uno può sostenere il governo essendo la politica che sostiene il governo oppure trovandosi, come siamo, indifesi, ingiuriati, intimiditi, resi irrilevanti.  Ammettiamo che voglia dire di no a un governo che ha dalla sua il Corsera, La Repubblica, La Stampa non perchè controlli questi giornali ma perché questi giornali hanno scelto la linea di far coincidere la virtù col sostegno al governo Monti…

E allora?

Se io dico una cosa contro alcuni provvedimenti, sono la casta fannullona e mi crocifiggono, mi mettono in prima pagina con le ricevute del caffè consumato alla buvette o di una cernia consumata al ristorante del Senato. Lo dice uno che non ha mai pranzato a Camera e Senato se non altro perché buongustaio.

Torniamo al punto: il Pdl così come Pd e Terzo Polo hanno in un certo senso accettato questa sospensione della politica e dunque adesso lei di cosa si lamenta?

E’ una situazione molto critica. C’è il rischio che avvenga come nel ’92 quando dal governo Ciampi venne il più grande contributo alla fine della prima Repubblica, più ancora di Tangentopoli. Non ho mai creduto alla teoria per la quale Tangentopoli ha distrutto la Dc. Tangentopoli in un certo senso poteva perfino rappresentare una rigenerazione della politica separando i corrotti dagli onesti.

Secondo lei cosa serve per ripristinare la legalità della politica?

Leggo dichiarazioni di nostri esponenti in Parlamento che fanno a gara a disconoscere la legge elettorale con la quale sono stati eletti…

Risponda alla domanda: in che modo rilegittimare la politica, durante e dopo il governo Monti?

Alfano sta lavorando molto bene. Occorre trasformare un sostegno necessario a questo governo a fronte di una crisi mondiale che sta avendo effetti pesanti su tutti i paesi dell’Occidente, in un’opportunità per costringere anche il Terzo Polo e il Pd ad assumersi la responsabilità di scelte impopolari. È una cerniera, un crinale, un lavoro molto difficile e bisogna che il tentativo riesca, perché non solo ci giochiamo il successo dell’operazione che ci siamo intestati della candidatura di Alfano alla guida del Paese, ma anche perché ci giochiamo la rappresentanza politica. Guai se questo impegno fallisce.

Eppure l’impressione è che finora il Pdl non abbia prodotto un’offerta politica convincente. Cosa risponde?

Trovo che le maggiori difficoltà le abbia la sinistra…

Non cambi strada, parli del Pdl.

Il Pdl è messo meglio perché aveva già la responsabilità del governo alla guida del Paese e ha confidenza con l’assunzione di posizioni impopolari. La sinistra, invece, ha maggiori difficoltà perché per vent’anni si è ridotta a tifoseria nella guerra tra due miliardari – Berlusconi e De Benedetti –; una sinistra peraltro già comunista, marxista, con una storia culturale ridotta a questo. Quando la guerra tra i due miliardari è finita, si è consegnata al potere delle banche ed è passata dall’intercettazione di due politici che dicono ‘abbiamo una banca’, al governo in cui due banchieri dicono ‘abbiamo un governo’. Credo che in questa parabola ci sia tutta la crisi del Pd.

A suo giudizio cosa deve fare il Pdl? Dialogare con Bersani o con Casini?

Molto dipenderà dalla capacità di Alfano di mantenere alta la dignità del partito e della politica mentre tutti gli altri sbracano in demagogie e politicismi. Se questa operazione riuscirà, non avrà importanza con chi il Pdl avrà parlato, perché si proporrà come protagonista del successo. Aggiungo che al di là di Casini e Bersani che peraltro sono un prodotto politico già noto, Alfano rappresenta la novità: è l’espressione di una nuova generazione fatta di quarantenni che domandano le chiavi del Paese.

Insisto, per ora si vede ben poco.

È un’operazione politica che dobbiamo portare avanti e che richiede i suoi tempi. E c’è un tempo per ‘monetizzare’ la responsabilità del Pdl in questo percorso. Quando questa condizione – rispetto alla quale sono abbastanza pessimista perché vedo la politica ferma e sospesa – migliorerà, chi sarà stato protagonista del miglioramento, avrà vinto.

Dopo le dimissioni di Berlusconi lei era tra quelli che invocavano elezioni anticipate. Guardando oggi la situazione, è stato un errore non votare subito?

Adesso farò di tutto per guadagnare di aver avuto torto. Guai se avessi avuto ragione.

Cosa accadrà nel 2013? Dobbiamo aspettarci che il governo Monti vada oltre magari con il premier che guarda al Quirinale e alcuni suoi ministri pronti a diventare politici?

Per la verità qualcuno comincia già a dirlo chiaro. La speranza di alcuni è che si arrivi a fine mandato con le forze politiche un po’ imbambolate e questa operazione che va avanti con una legge elettorale magari addomesticata. Credo che sia un’operazione sottesa a far durare il governo Monti, anche dopo il 2013.

E quindi?

Speriamo che non ce la facciano e che la parola torni alla politica.