La politica sotto l’ambasciata siriana per dire basta alle stragi di regime
19 Marzo 2012
“E’ importante che i parlamentari di tutti i gruppi politici vengano allo scoperto con un segno di lutto sul braccio per dimostrare l’orrore e il disgusto per le stragi che tutti i giorni Assad compie sul suo popolo uccidendo donne e bambini”, ci dice Fiamma Nirenstein – vice presidente della Commissione Esteri della Camera – spiegando le ragioni della manifestazione che domani si terrà presso la sede dell’ambasciata siriana a Roma (Piazza San Marco, ore 18,30), per ricordare le migliaia di vittime che il sanguinario regime degli Assad ha mietuto in questi mesi di repressione.
“Non c’è garanzia che una rivoluzione conduca sulla strada della democrazia: tutte le primavere arabe ci hanno dimostrato che purtroppo non è questo l’esito scontato di quelle rivoluzioni. Tuttavia, un cittadino di buon cuore e buon senso non deve rinunciare mai, nemmeno per un attimo, al cemento che lega i Paesi occidentali: la difesa dei diritti umani”. La scorsa notte a Damasco si è assistito ai più violenti scontri vicini ai centri del potere siriano da quando è scoppiata la rivolta, con lancio di razzi che hanno causato la morte di due ribelli e un militare del regime lealista.
“Davanti a noi – insiste Nirenstein – c’è un popolo che ha perso 8.000 persone contro un dittatore che risponde cannoneggiandolo: così come il padre di Assad uccise più di 20.000 siriani in una volte sola perché osavano ribellarsi. Il nostro timore è che la crudeltà di Bashar possa emulare quella del padre, o diventare ancora più grande. Vogliamo fermarlo, e siamo stupefatti e stanchi del fatto che non si stia esprimendo una volontà decisa e determinata a dire basta, né a livello delle Nazioni Unite, né della Ue o degli Usa”.
Nirenstein, infine, ci tiene a commentare i terribili fatti legati alla sparatoria che ha fatto 4 vittime in una scuola ebraica a Tolosa, in Francia. “L’unica cosa certa è che l’assassino è un antisemita: uno che va in una scuola e spara a dei bambini ebrei non può essere definito in un altro modo, che sia un qaedista o un nazista con ossessioni xenofobe, sempre di un antisemita si tratta, come ce ne sono tanti in Francia e in Europa. Purtroppo l’antisemitismo è un fenomeno in aumento che l’Unione Europea non ha voluto considerare con la dovuta gravità. Un fenomeno che deve essere abbattuto”.