La Prestigiacomo annuncia l’addio al Pdl, ma non molla il governo
22 Dicembre 2010
Non si riconosce più nel Pdl, così annuncia di voler mollare per approdare al gruppo Misto. Dopo la Carfagna, arriva la Prestigiacomo con al seguito il suo cahiers de doléance. Il ministro dell’Ambiente si stizzisce quando la maggioranza non sostiene il rinvio della norma sulla libera imprenditorialità, al punto da decidere il grande passo. Ma solo dal partito, non dal governo.
Parlando coi giornalisti in sala stampa alla Camera, si mostra perfino in lacrime spiegando che adesso "parlerà direttamente a Berlusconi". All’origine dello strappo c’è la proposta di legge, a prima firma Antonino Foti (Pdl), che contiene interventi per agevolare la libera imprenditorialità e per il sostegno del reddito. Sul provvedimento, difeso dalla maggioranza ma anche dal presidente della commissione Lavoro Silvano Moffa (ex Pdl, poi Fli, ora Misto), la Prestigiacomo aveva chiesto un rinvio in Commissione per un approfondimento della norma sullo smaltimento dei rifiuti per le piccole imprese. A chiedere il rinvio era stato il Pd al cui voto contrario si è aggiunto quello della ministra. La richiesta è stata bocciata per tre voti e a quel punto Prestigiacomo ha perso le sue carte ministeriali e ha abbandonato l’Aula. La proposta di legge è passata con 283 sì, 190 no e 2 astenuti (ora passerà al vaglio di Palazzo Madama) ma la Prestigiacomo se l’è presa con il presidente dei deputati Pdl Fabrizio Cicchitto accusandolo di non averla ascoltata e di aver esposto il governo a un voto che poteva metterlo in difficoltà.
Il ‘caso’ Prestigiacomo è esploso in una giornata già di per sè ad alta tensione per il varo della riforma Gelmini al Senato e per le proteste di piazza, contribuendo a gettare ulteriore benzina sul fuoco delle polemiche. Immediato il collegamento nei commenti dei parlamentari di maggioranza e opposizione, con la vicenda di un’altra ministra, Mara Carfagna, che alla vigilia del voto di fiducia al governo pensò bene di annunciare il proprio addio al partito, allo scranno di Montecitorio e a Berlusconi. Poi il colloquio chiarificatore col premier indusse la Carfagna a tornare sui suoi passi.
Accadrà così anche con la Prestigiacomo? Può darsi, anche se questa volta non è così scontato. Da tempo, si osserva negli ambienti del centrodestra, la ministra siciliana lamenterebbe un certo disagio e il suo consolidato "flirt" politico col sottosegretario Gianfranco Micchichè – è il ragionamento di fondo – potrebbe essere una delle cause ad averla spinta alla drastica decisione comunicata oggi ai cronisti con le lacrime agli occhi. Secondo i rumors di Palazzo, in realtà, la mossa di oggi potrebbe essere il primo passo verso l’approdo alla "Forza del Sud", il movimento di Miccichè che in Sicilia prima ha appoggiato il governatore Lombardo (nelle sue prime due versioni), salvo poi ritirare il sostegno quando il numero uno di Palazzo dei Normanni ha rovesciato il tavolo e aperto la giunta a Pd, Fli e Udc. Tutti tranne il Pdl, che infatti sta all’opposizione.
Il presidente del Senato Renato Schifani, durante la cerimonia di auguri con la stampa parlamentare, ha commentato l’annuncio del ministro dell’Ambiente osservando che si tratta di "un’incomprensione" personale tra la Prestigiacomo e Cicchitto anche se, "forse vi potrebbe essere, dietro, qualcosa di politico". Niente però, ha precisato, che possa ricondurre la vicenda a Miccichè (che in Sicilia si contrappone alla maggioranza Pdl che fa riferimento appunto a Schifani e Alfano). Anche la Carfagna in più di un’occasione ha manifestato il suo apprezzamento per il progetto politico di Micciché, tanto che in un primo tempo quando il ministro anti-stolking disse che se ne andava, in moltio pensarono che lo facesse per approdare alla "Forza del Sud". Lei smentì seccamente, come pure i rumors sul feeling con Fli. Quei rumors oggi sembrano riprendere quota perché, si dice nei corridoi di Montecitorio, nonostante il chiarimento col Cav. la Carfagna non avrebbe archiviato l’irritazione per i rapporti coi maggiorenti campani del Pdl, Cosentino in testa. Vedremo se le voci porteranno fatti.
Alle accuse della ministra ha replicato Cicchitto chiarendo di essere "spiacente per ciò che ha dichiarato" e tuttavia ha sottolineato di avere il dovere "di ascoltare i parlamentari del gruppo che hanno lavorato per lungo tempo a questo provvedimento senza che fosse venuta nessuna indicazione diversa da parte dello stesso ministro". "Su questo provvedimento – ha concluso il presidente dei deputati Pdl – che va incontro alle esigenze delle piccole imprese, si è registrato un largo schieramento favorevole che è andato al di là della maggioranza avendo avuto il consenso dell’Udc e del Fli".
Dopo la Carfagna, la Prestigiacomo: esulta l’opposizione. L’addio della Prestigiacomo è stato interpretato dal segretario del Pd Pierluigi Bersani come la prova che il centrodestra non riesce a garantire stabilità al governo, mentre a giudizo di Antonio Borghesi dell’Idv "il teatrino messo in scena in aula alla Camera supera ogni limite di demenzialità".
Il caos scatenato dalla titolare dell’Ambiente è arrivato proprio quando il governo ha incassato un punto a proprio favore nell’Aula di Montecitorio. E’ stato infatti respinta la mozione di sfiducia presentata dall’Idv contro il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli messo sul banco degli imputati (politici) e accusato di aver fatto abrogare il reato di associazione militare di stampo politico per evitare il processo a 36 camicie verdi leghiste. Il ‘dossier’ Prestigiacomo è già sul tavolo del Cav.