La prima volta dei musulmani nell’esecutivo inglese

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La prima volta dei musulmani nell’esecutivo inglese

10 Ottobre 2008

Il governo di Gordon Brown è sopraffatto dai numeri. Un nuovo sondaggio pubblicato domenica da “News of the World” mostra ancora una volta il vantaggio accumulato dai conservatori sul Labour. Se gli inglesi votassero adesso, David Cameron conquisterebbe una maggioranza di 78 seggi in parlamento e i laburisti perderebbero più di metà delle loro poltrone. Il premier Brown avrebbe non più di 164 degli attuali 349 parlamentari, con uno spostamento dell’11,5% dei voti a favore dei tories.

Le elezioni sono previste per il 2010, ma il sondaggio è l’ennesima conferma negativa, nonostante il congresso di Manchester abbia contribuito alla ripresa del partito laburista e la popolarità del primo ministro sembrava in rialzo. Il premier britannico sembra comunque il più capace per portare il paese fuori dalla crisi finanziaria. Gli intervistasti lo premiano con il 43% di preferenze contro 35% dell’avversario. Invece, alla domanda chi sia il “premier migliore”, è Cameron a strappare 15 punti di vantaggio su Brown (50% contro il 35%).

Per far fronte al malumore degli elettori, il governo inglese si rinnova. “Ho deciso quello che ritengo sia nell’interesse nazionale” ha affermato Brown illustrando i cambiamenti del nuovo esecutivo. La principale novità è il ritorno da Bruxelles di Peter Mandelson. Con il suo rientro in Patria, l’ex commissario per il commercio estero ha riportato la pace o almeno un armistizio tra le due fazioni del New Labour: i ‘Brownites’ e i ‘Blairites’. Mandelson ricoprirà l’incarico di ministro delle attività produttive e potrebbe diventare il jolly decisivo per salvare il premier britannico dal previsto disastro elettorale.

Ci sono stati molti altri cambiamenti tra le fila del governo di Londra: esce il ministro della Difesa Des Browne, a cui subentra il ministro dell’Industria John Hutton, sostituito appunto da Mandelson. Vengono congedati anche Ruth Kelly, Lord Digby Jones e la baronessa Ashton (che occuperà il posto alla Commissione Ue). E’ stata la decisione di Ruth Kelly di dimettersi, per occuparsi meglio dei suoi quattro figli, a offrire il pretesto per procedere al mini rimpasto. L’ex ministro Margaret Beckett rientra con l’incarico di ministro per la Casa ed è, insieme a Mandelson, un’altra "blairita" che dimostra quanti sforzi stia facendo il premier per risollevare la situazione.

Restano in carica il ministro delle Finanze Alistair Darling e il ministro degli esteri David Miliband. Tra le new entry ci sono anche Vernon Coaker al ministero per la polizia e Phil Woolas all’immigrazione. Fuori invece John Cruddas, una delle voci più critiche contro Brown. Inoltre è stato creato un pool di esperti che si incontrerà ogni due settimane per monitorare la crisi dell’economia inglese e internazionale. Tra i consiglieri ci saranno il numero uno di Sainsbury e Vodafone e Paul Myners, presidente del gruppo editoriale Guardian ed ex presidente di Mark & Spencer.

Ma il vero exploit non è il ritorno a Londra di Mandelson, bensì la scelta di un politico musulmano ai vertici del ministero della Giustizia. Shahid Malik è stato nominato Sottosegretario di stato della Giustizia, dopo aver ricoperto lo stesso ruolo al dicastero dello Sviluppo internazionale per 15 mesi, durante i quali si è reso ambasciatore non ufficiale nei rapporti con i paesi islamici. Un lavoro nel dipartimento che promuove la politica britannica di sostegno ai Paesi in via di sviluppo che gli ha fatto conoscere realtà molto riverse: dal Medio Oriente all’America Latina, dall’Asia del Sud, alla Cina e Russia.

Nel 2005 Malik è stato uno dei due primi cittadini islamici eletti in Parlamento, nella Camera dei Comuni, ma la sua non è rimasta una nomina isolata. Infatti pochi giorni dopo è stato scelto un altro politico islamico come junior Minister nel gabinetto del primo ministro. Sadiq Khan è il secondo musulmano che occupa una posizione ministeriale e avrà una delega per la coesione della comunità, l’uguaglianza e il governo locale.

I cittadini britannici potranno giudicare la nuova squadra decisa da Downing Street il 6 novembre, quando ci saranno le elezioni suppletive di Glenrothes, nella Scozia centro orientale. La città, oltre a essere una località a pochi chilometri dal seggio di Brown, è da sempre una roccaforte laburista. In questo caso il grande favorito dovrebbe essere lo Scottish National Party, che ha già inferto un duro colpo al Labour con la vittoria nelle ultime elezioni suppletive a Glasgow East e si prepara a fare il bis.