La provincia di Isernia mette definitivamente al bando gli autovelox
22 Giugno 2011
di L. C.
Gli automobilisti della provincia di Isernia si sono finalmente liberati della tassa occulta più odiata: gli autovelox, di fatto, sono stati messi al bando. Lo ha stabilito il prefetto facente funzioni, Caterina Valente, con un apposito decreto. Nella sua ordinanza ha stabilito l’immediata rimozione del rilevatore di velocità del Comune di Cantalupo nel Sannio, posto sulla statale 17, e lo smantellamento di quello del Comune di Isernia, installato sulla statale 85. Al tempo stesso la Valente ha dato chiare disposizioni ad altri due centri dell’Isernino: Sesto Campano (sulla strada per Napoli) e Rocchetta a Volturno (sulle strade che conducono in Abruzzo) dovranno adeguare alle norme vigenti i loro rilevatori di velocità fissi e mobili. Più di qualcuno, infatti, aveva fatto notare che quegli autovelox non erano segnalati in maniera adeguata.
Il rappresentante del Governo, con il suo decreto prefettizio, ha così dato il giusto coronamento alla battaglia portata avanti dal consigliere comunale del Popolo della Libertà di Isernia, Enzo Pontarelli. D’intesa con il coordinatore regionale del Pdl, il senatore Ulisse Di Giacomo, aveva contestato in particolare l’attivazione dell’autovelox di Cantalupo. Una macchina “diabolica”: in pochi mesi – dicono i beninformati – aveva scattato circa 20 mila foto (leggi multe). Niente male per una provincia che conta meno di 100mila residenti.
La decisione del prefetto facente funzioni non è maturata tanto per accattivarsi le simpatie degli automobilisti quanto perché, nelle sette pagine di ordinanza, ci sono chiari riferimenti alle norme vigenti che, evidentemente, non sono state rispettate. Prima di mettere la firma sul decreto, ha consultato e incassato il parere favorevole dei Carabinieri, della Polizia stradale, della Guardia di finanza e dell’Anas. Tra le motivazioni che hanno portato alla soppressione del dispositivo c’è il tasso di incidentalità, praticamente nullo negli ultimi cinque anni. Gli unici due incidenti gravi sono stati causati dalla distrazione, dalla nebbia e dal mancato rispetto di una precedenza. Nessun eccesso di velocità, come evidenziato dalle relazioni delle forze dell’ordine. Non solo: la Polizia stradale, nel ritenere tutto sommato inutile quell’autovelox, lo ha anche definito potenzialmente pericoloso, perché una brusca frenata su quel rettilineo potrebbe causare tamponamenti a catena. Insomma: più che fare prevenzione quell’autovelox è apparso uno strumento repressivo. Ottimo per fare cassa, ma inutile ai fini della sicurezza stradale.
Il Comune di Cantalupo, con ogni probabilità, si opporrà a questa decisione. Ma non sarà facile spuntarla. In attesa di novità, esultano i tanti automobilisti che ogni giorno dovevano fare i conti con quel rilevatore, piazzato proprio sulla strada che collega i due capoluoghi di provincia molisani. Enzo Pontarelli, promotore del Comitato contro gli autovelox illegittimi (nel suo mirino era finito anche quello di Isernia), parla di battaglia vinta. “Questo autovelox – dice – era stato installato in violazione di legge e con eccesso di potere per violazione di circolari ministeriali e di precedenti decreti prefettizi, oltre che con eccesso di potere per “sviamento della funzione amministrativa dalla causa tipica”, che in questa materia prevede la funzione della prevenzione e non quella della repressione”.
La battaglia dell’esponente del Pdl non finisce qui. I tanti automobilisti che si sono rivolti al comitato vogliono sapere cosa ne sarà delle migliaia di multe elevate finora. Lo vogliono sapere sia coloro che hanno presentato ricorso al giudice di pace e al prefetto, sia coloro che hanno già pagato. “Le contravvenzioni già elevate – è il parere di Pontarelli – dovranno essere annullate. Relativamente alle contravvenzioni non impugnate e già pagate il Comitato si sta organizzando per una class action al fine di ottenere il rimborso delle somme illegittimamente pagate al Comune di Cantalupo”.
Dunque, si prevedono tempi duri per i comuni che, più o meno apertamente, hanno considerato gli autovelox non soltanto uno strumento di sicurezza, ma un modo per fare cassa. Anche perché il prefetto facente funzioni “ha imposto ai comuni che vogliono fare il controllo della velocità sulle strade di attenersi alla legge e di fare il calendario delle uscite. Mentre gli agenti preposti al controllo dovranno essere ben visibili agli automobilisti”. Questo, almeno, è quanto ha riferito Feliciantonio Di Schiavi, segretario regionale del sindacato Fiadel. “Alla Valente – ha aggiunto – va il nostro sentito ringraziamento e quello di tutta la cittadinanza. Avevamo tanto bisogno di un figura istituzionale così seria, coerente, coraggiosa e capace”. Un sentito ringraziamento al rappresentante di governo isernino è arrivato anche dal Comitato Pro Trignina, che sta vincendo battaglie simili sul versante abruzzese. Il presidente, Antonio Turdò, ha anche annunciato che scriverà una lettera-encomio al ministro degli Interni Roberto Maroni.