La “questione” sanità continua a non dare tregua alla giunta pugliese

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La “questione” sanità continua a non dare tregua alla giunta pugliese

07 Marzo 2011

Settimana di fuoco quella scorsa per la Sanità pugliese. Dopo gli scandali che hanno travolto il senatore del Pd, nonché ex Assessore alla Sanità della regione Puglia Alberto Tedesco, ora ci si mette anche la Corte Costituzionale: la Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di due commi di una legge della Regione Puglia (la n.4 del 2010) che tra l’altro prevede l’assunzione "a tempo indeterminato" alle dipendenze dirette della sanità pugliese del personale di società e cooperative che prestano servizi alle Asl. Si tratta delle cosiddette internalizzazioni. I commi dichiarati illegittimi sono quelli che prevedono l’uno l’utilizzazione dello stesso personale "a tempo indeterminato", l’altro quello che – è detto nel dispositivo della sentenza – "prevede la stabilizzazione di personale della precedente impresa o società affidataria dell’appalto, senza alcuna forma selettiva".

E’ stata definita incostituzionale la norma che consentiva ai dirigenti medici di restare in servizio dopo cinque anni in una disciplina diversa di quella per la quale erano stati assunti. È illegittima anche la norma che ha permesso al personale a tempo indeterminato presso aziende o enti del servizio sanitario nazionale (SSN) ma in servizio a tempo determinato al 31 dicembre 2009 presso un’azienda o ente del servizio sanitario della Regione Puglia, di restare in Puglia a tempo indeterminato

La Corte Costituzione ha anche “colpito” la stabilizzazione degli ex Lsu in servizio da cinque anni nei servizi di riabilitazione, tossicodipendenze, assistenza domiciliare integrata e prevenzione. Così per i co. co. co adibiti al servizio di assistenza domiciliare, riabilitazione e integrazione scolastica.

Salta la norma per i medici precari del 118 da almeno tre anni. A farne le spese sono anche i medici precari che lavoravano per l’Ares e quelli in servizio negli istituti penitenziari. Ce n’è anche per i direttori generali: non perderanno il posto, ma non potranno avere uno stipendio annuo superiore ai 111mila euro.

E ancora: non è valida la riserva del 50% dei posti nei concorsi per gli interni tra i quali erano stati ripescati (in modo incostituzionale) anche i titolari di rapporto di lavoro a tempo determinato nelle Asl per progetti finalizzati. Via dai concorsi anche la riserva del 10% per i lavoratori in mobilità delle cliniche private. Illegittime anche le norme che non escludono dalle norme di stabilizzazione "il personale delle aziende ospedaliero-universitarie o, comunque, non prevedono un rinvio a protocolli di intesa tra università ed enti ospedalieri nè alcuna forma di intesa con il rettore".

Il presidente della regione Puglia, Nichi Vendola  annuncia che presto si incontrrà con il ministro per gli Affari Regionali, Raffaele Fitto, al fine di individuare soluzioni opportune che vadano a tutelare i lavoratori e che vincano la “battaglia contro la precarizzazione”. Ma le parole di Vendola non convincono l’esponente del Pdl Rocco Palese, secondo il quale, questa sentenza della Corte Costituzionale non fa altro che evidenziare “una sconfitta amministrativa ed una bocciatura dell’uso politico elettorale di leggi regionali".

Nel frattempo, lo scandalo della sanità pugliese, che ha travolto il senatore del Pd Alberto Tedesco, sta creando tanti problemi al Partito Democratico che è spaccato in due tra chi sostiene la linea giustizialista e chi quella innocentista. Tedesco, il quale rischia l’arresto per l’inchiesta sulla malasanità pugliese, ha attaccato il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, accusando la magistratura barese di aver usato un trattamento diverso e privilegiato per il leader di Sel. La vicenda incriminata fa riferimento a una rimozione e a una nomina nella Asl di Lecce. I pm avevano inizialmente contestato a Tedesco la concussione mentre su Vendola, che a quei “movimenti” diede il suo assenso, non avevano imputato che un legittimo “spoil system”. Poi il reato è cambiato: da concussione si è passati all’abuso d’ufficio.

Intanto, i senatori Pasquale Viespoli e Adriana Poli Bortone hanno presentato una interrogazione al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro della Salute dove si chiede che venga nominato un commissario ad acta per la sanità pugliese, in persona diversa dal governatore della Puglia, che si occupi delle nomine dei nuovi direttori generali delle Asl pugliesi, garantendo trasparenza nella gestione della sanità.

In attesa dunque di conoscere la decisione che la Giunta parlamentare adotterà su Tedesco, la questione più urgente da risolvere per il governo regionale riguarda il metodo di selezione della classe dirigente sanitaria.