“La realtà è che il Credito Popolare si fa ‘sentire vicino’ alla gente”
07 Febbraio 2012
Riceviamo e volentieri ripubblichiamo la risposta del dott. Giuseppe De Lucia Lumeno, Segretario Generale dell’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari al commento di un lettore al margine dell’articolo "Di fronte alla recessione i più deboli danno fiducia alle banche popolari", pubblicato da l’Occidentale lo scorso 2 Febbraio.
Gentile lettore,
la ringrazio per l’attenzione posta nella lettura del mio articolo pubblicato lo scorso 2 Febbraio. In merito, ritengo opportuno fare alcune considerazioni che possano permetterle di comprendere meglio quanto da me scritto pochi giorni fa.
I numeri descritti rappresentano la realtà complessiva del Credito Popolare. Non è pertanto possibile scendere ad un livello di dettaglio che tenga conto di singole situazioni, tuttavia i fenomeni descritti rappresentano l’impegno dispiegato dalle Banche Popolari nel corso dei 4 anni segnati prima da una profonda crisi finanziaria e, successivamente, da un periodo di recessione fra i più rilevanti dell’ultimo secolo.
Il Credito Popolare si fa “sentire vicino” alla gente attraverso una rete commerciale la cui quota di mercato sfiora il 30%. Questa presenza diffusa permette agli istituti della Categoria di gestire circa un quarto dei fondi intermediati dall’intero sistema bancario italiano. Ciò consente di affermare nonostante le prescrizioni restrittive imposte dal Comitato di Basilea e, in ultimo dall’Eba (European Banking Authority), non hanno impedito alla Categoria di erogare nel 2011 oltre 50 miliardi di euro di nuovi crediti ai soggetti ritenuti più vulnerabili in un momento di crisi: famiglie ed imprese minori.
Voglio ribadire che non è certo un intento propagandistico quello di chi scrive. Infatti, data la gravità dell’attuale contesto economico non è pensabile che il Credito Popolare, seppur costantemente impegnato nel sostegno dei territori – e in merito il credito erogato rappresenta il metro effettivo di questa affermazione – sia in grado di esaurire tutti i problemi attuali, soccombendo anche all’operato di altri intermediari, per vocazione indirizzato verso altri obiettivi.
Come riconosciuto da più parti anche da istituzioni finanziarie internazionali come il FMI e il CEPS – se l’economia delle piccole e medie imprese sta resistendo – lo si deve alla Cooperazione Bancaria e, in particolare, agli istituti che ogni giorno sono impegnati sul territorio.
Certo, come sempre, si può fare di più e meglio. Una storia più che centenaria (1876) testimonia comunque una politica che ha avuto al centro della sua attività la persona e le attività che da essa scaturiscono.
* Segretario Generale Associazione Nazionale fra le Banche Popolari