La Regione risparmia, ma è schiacciata dal peso dei debiti di Bassolino
07 Maggio 2012
di S. F.
Quando due anni fa, dopo le elezioni vinte da Stefano Caldoro, qualcuno aveva ironizzato dicendo
“in Regione Bassolino non ha lasciato nemmeno le briciole”, si pensava alla solita esagerazione. Oggi, a confermare che di esagerato c’era ben poco, arrivano puntuali dei numeri a dir poco drammatici. A tirarli fuori, sulle colonne del Corriere della Sera, è il castigatore della casta Sergio Rizzo.
Caldoro, qualche giorno fa, aveva parlato di uno “tsunami” che incombe sui conti della Regione Campania, e si fa presto a capirne il perché. Le cifre, spaventose, dei debiti accumulati dalla Regione, sono contenute, infatti, in una lettera inviata ai cittadini campani da Gaetano Giancane, Generale della guardia di finanza e assessore regionale al bilancio. “Negli ultimi due anni – precisa Giancane nella triste missiva- la spesa corrente della Regione Campania si è ridotta di 600 milioni. Il disavanzo della sanità – si legge poi nel lungo comunicato – è invece passato dai meno 774 milioni del 2009 (quando a Palazzo Santa Lucia regnava ancora Bassolino) ai meno 251 del 2011. La migliore performance registrata in Italia”, il commento del generale.
Un risultato importante, che tuttavia non fa dormire sonni tranquilli né agli amministratori né tantomeno ai cittadini campani. La sanità, messa in ginocchio dal lungo “regno bassoliniano”, sembra, infatti, paragonabile ad un pozzo senza fondo, nel quale più si va giù e più vengono fuori debiti e anomalie. Del resto, la situazione era apparsa talmente drammatica che, due anni fa, era stato necessario commissariare quasi tutte le Asl campane, tra le quali spiccava la Napoli 1, capace di conquistare il poco lusinghiero primato di azienda più indebitata d’Europa.
Lasciando però un attimo il triste capitolo sanità, appare importante allargare l’obiettivo d’analisi sull’intera situazione regionale e su quanto abbiano pesato i dieci anni di Antonio Bassolino sui conti regionali. Nella sua lettera aperta, Giancane scrive infatti che, al 31 dicembre del 1999, l’indebitamento della Regione ammontava a 728 milioni. Bassolino diventa Presidente della Regione un anno dopo, nel Maggio del 2000, ereditando dunque una situazione già problematica, ma non certo drammatica. Passano nove anni, ed eccoci al 2009: questa volta, l’esposizione debitoria della Regione supera gli 8 miliardi e 600 milioni. Praticamente, in soli dieci anni, il debito accumulato da Bassolino è di dieci volte superiore.
Una radiografia corretta dello sperpero messo in atto dalla giunta Bassolino, la traccia Rizzo sul quotidiano di Via Solferino. Si va dall’assunzione di 4000 forestali, al finanziamento di eventi dall’utilità a dir poco discutibile, come la “Missione Sorriso”, creata con l’intento di far arrivare a Napoli i turisti spagnoli, fino ad arrivare ai quasi seimila dipendenti degli uffici regionali, assunti facendo crescere, ovviamente, un debito già spropositato. I dati sono impietosi ed è chiaro che non si può certo tornare indietro nel tempo per rimediare. Il danno è stato fatto, e adesso occorre rimettere le cose a posto. Già, ma come?
Il grande lavoro tutto teso al risparmio, messo in cantiere negli ultimi due anni, ha prodotto effetti positivi, ma non basta. Solo gli interessi su quel debito mostruoso, crescono infatti alla media di 808 milioni di euro all’anno. Del resto, lo stesso Caldoro ha confessato che “con le sole procedure ordinarie, è impossibile uscire da questa situazione.” Nonostante tutto però, c’è chi cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno, facendo leva su quanto di buono fatto fino ad oggi. Nella lettera ai cittadini, Giancane conclude scrivendo: con il lavoro che abbiamo fatto, il pareggio di bilancio adesso non è più una chimera”. La speranza, per i cittadini campani, è che il generale-assessore abbia ragione.