La Regione striglia le banche locali: maggiore sensibilità per il credito d’impresa

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La Regione striglia le banche locali: maggiore sensibilità per il credito d’impresa

27 Marzo 2012

Il problema adesso si chiama anche credito. Quello che proprio in questo momento, quando, cioè, è più necessario, spesso le banche negano o restringono. Un punto sul quale ha deciso di scendere in campo anche la regione Abruzzo e in particolare l’assessorato allo Sviluppo Economico, decisi a non restare spettatori di un ring che vede da un lato gli  istituti bancari che restringono i cordoni della borsa e le imprese, specie le piccole e medie, che hanno avuto sempre bassi livelli di capitalizzazione, che non dispongono più delle risorse necessarie.

E’ innegabile l’attuale diminuzione delle vendite, che nella maggior parte dei casi si traduce in difficoltà a rientrare dei mutui e dei prestiti fatti negli anni. ”Quello che serve ora alle imprese – spiegano dall’Assessorato allo Sviluppo Economico – è la liquidità e la mancanza di risposte concrete in tal senso porta le aziende a sentirsi isolate. Ora è estremamente importante l’incontro, e una decisa presa di posizione del sistema bancario, con il Patto per lo Sviluppo dove tutte le associazioni sono rappresentate e dove tre potranno essere i temi di fondo da trattare”.

Quali? Il primo, per esempio, potrebbe riguardare l’utilizzo dei fondi BCE messi a disposizione degli istituti bancari per una maggiore attenzione alle imprese circa la liquidità, così come in altri territori sta avvenendo. Il secondo, l’attivazione di tutte le iniziative possibili per mettere in atto lo sblocco dei crediti verso la Pubblica Amministrazione. A tali tematiche deve aggiungersi un maggior raccordo con il nuovo sistema dei consorzi fidi, che si va delineando con una maggiore qualità delle garanzie offerte al sistema bancario.

Per l’Assessorato regionale allo Sviluppo economico ”dalla lettura dell’ultimo bollettino della Banca d’Italia si confermerebbe che gli istituti hanno utilizzato i maxifinanziamenti ottenuti non per aumentare la disponibilità di credito verso le aziende ma per rimpinguare i propri attivi patrimoniali. Sicuramente ci si attende dalle banche di respiro locale un intervento più attento al territorio ed alle nostre PMI”. Occhio vigile delle istituzioni, dunque, che “di fronte a situazioni eccezionali, ha già risposto con strumenti importanti, avendo riformato il sistema delle garanzie ed avendo avviato la riforma dei consorzi fidi e quindi aumentando ed alimentando la loro patrimonializzazione con un bando da 18 milioni di euro per finanziare il fondo rischi (15 milioni di euro) e il conto interessi (3 milioni di euro) dei consorzi fidi”.

E di credito si è parlato, qualche giorno fa, anche a Roccaraso, in occasione del "White Information", nel corso della convention organizzata dal Gruppo Giovani Confindustria Teramo. A portare il suo messaggio ai giovani imprenditori è stato anche il presidente della Regione, Gianni Chiodi che ha sottolineato come: "le imprese di giovani possono funzionare se c’è coraggio e spirito e preparazione”. Per questo Chiodi ha auspicato un cambio di mentalità: “i giovani devono avere il coraggio di osare, ormai non possono più pensare che il loro futuro lavorativo sia basato sul pubblico impiego ma sarà sempre più legato alla loro capacità di farsi da soli". E proprio in questo contesto si è inserito il discorso sul credito e sulla necessità di capitali a disposizione dei giovani e delle imprese innovative. E così il presidente della Fira Finanziaria Abruzzese, Rocco Micucci, ha annunciato in particolare l’arrivo di 9 milioni di euro proprio per lo start up d’impresa. "Stiamo preparando i bandi che dovrebbero uscire prima dell’estate – ha spiegato  -vogliamo preparare il territorio e capire quali sono le esigenze delle imprese e dove e come far nascere le start up. Finora ci si è preoccupati solo di spendere i soldi pubblici ma c’è bisogno anche di pensare alla reale utilità che devono generare".