La “Renzinomics” secondo Taddei: più Imu per tutti

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La “Renzinomics” secondo Taddei: più Imu per tutti

12 Dicembre 2013

L’altra sera a Ballarò, Matteo Renzi ha spiegato che a seguire il programma economico nella segreteria del Pd sarà Filippo Taddei, economista della School of Advanced International Studies della Johns Hopkins University di Baltimora. Panorama pubblica un interessante articolo che ricostruisce la "Taddeinomics", le idee del prof. su tasse, lavoro, tagli alla spesa.

Se si può concordare con Taddei quando chiede di incidere maggiormente sulla riduzione delle tasse sul lavoro, in particolare per i redditi sotto i 30 mila euro, e se non c’è nulla da obiettare al professore quando dice che bisogna ridurre il cuneo fiscale, da finanziare – ci hanno provato in molti – con i tagli alla spesa pubblica, convince meno la sua ricetta sul lavoro, da condividere con Marianna Madia, che di lavoro appunto si occuperà nella segreteria Pd.

Alla prima Leopolda, racconta Panorama, Taddei infatti propose un sussidio di disoccupazione universale, per tutelare i precari, che come copertura finanziaria tra le altre cose avrebbe dovuto comportare un aumento dei contributi sui contratti di assunzione atipici. Come dire, una anticipazione di quello che avrebbe poi fatto il ministro Fornero – la stretta sui contratti atipici – con le conseguenti strozzature nell’ingresso del mercato del lavoro e nelle nuove assunzioni a cui abbiamo assistito in seguito.

Intervistato dal Fatto, Taddei spiega giustamente che "dobbiamo affrontare subito il dualismo del mercato del lavoro, tra chi ha tutele e chi non ne ha", ma se la ricetta è rimasta quella della prima Leopolda, far pagare più contributi ai "precari", il rischio è quello di penalizzarli inseguendo non si capisce bene quale alternativa alla flessibilità se non quella, piuttosto ipotetica (del terzo tipo) del lavoro a tempo indeterminato per tutti.

Sempre al Fatto, e per non farsi mancare niente, Taddei ha anche  annunciato che, secondo lui, bisognerebbe reintrodurre l’Imu. Ci chiediamo dunque se quell’onore delle armi reso a Civati portando in squadra Taddei, per Renzi, alla fine, non rischia di rivelarsi un boomerang.