La riforma del bicameralismo secondo Ncd: funziona meglio, costa meno

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La riforma del bicameralismo secondo Ncd: funziona meglio, costa meno

14 Gennaio 2014

Nuovo Centrodestra ha definito la sua proposta per la riforma del bicameralismo nella riunione dei gruppi parlamentari che si è svolta ieri pomeriggio, presieduta dal presidente Renato Schifani e dai capigruppo Maurizio Sacconi ed Enrico Costa. Alla riunione, ha partecipato il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello. Il disegno di legge, presentato a Palazzo Madama, prevede il superamento del bicameralismo paritario e simmetrico che rappresenta un unicum nel panorama internazionale.

Il Senato diventa una camera "rappresentativa delle comunità territoriali, che partecipa al procedimento legislativo (potendo richiamare ed esaminare i progetti di legge esaminati dalla Camera dei deputati) ed esercita funzioni di raccordo con le autonomie territoriali (dunque con particolare competenza sulle attuali materie concorrenti), di verifica dell’attuazione delle leggi statali e regionali e di valutazione delle politiche pubbliche". Nella proposta di Ncd, i senatori sono eletti su base regionale, "con modalità che favoriscano anche in tal caso l’equilibrio nella rappresentanza tra i sessi e la rappresentatività territoriale degli eletti".

Per esercitare un diretto raccordo tra le autonomie regionali e i membri elettivi, si prevede che "l’elezione dei senatori avvenga contestualmente e sulla base di un voto collegato all’elezione del Consiglio regionale della rispettiva Regione, nonché che siano eleggibili solo gli elettori  che risiedono nella Regione da almeno cinque anni, fatti salvi i seggi assegnati alla circoscrizione Estero, i cui senatori sono invece eletti contestualmente all’elezione della Camera dei deputati. Per rafforzare la funzione di raccordo con le comunità regionali, si prevede che i senatori possano partecipare ai lavori dei rispettivi Consigli regionali".

Ci sarà anche la "parificazione della soglia di età per l’elettorato attivo e passivo delle due Camere, che risulta fissato, rispettivamente, a 18 e 21 anni".

La proposta indica anche le cifre relative alla riduzione del numero dei deputati,  "da 630 a 420", e dei senatori, "da 315 a 210, dieci dei quali eletti all’estero", a cui si aggiungono "quali membri di diritto i Presidenti delle  Giunte regionali e delle Province autonome". Per rafforzare ulteriormente la riduzione dei costi della politica, "i senatori elettivi ricevano un’indennità solo se stabilita ed erogata dalle rispettive Regioni e che il numero dei componenti dei Consigli regionali sia ridotto in misura pari al numero dei seggi dei senatori elettivi spettanti a ciascuna regione".

"Per garantire una maggiore coerenza nei rapporti fra legislazione nazionale e legislazione regionale e ridurre i conflitti fra Stato e Regioni che rappresenta uno dei principali problemi per i cittadini e le imprese," si legge ancora nel documento, il Senato potrà esercitare "una funzione di filtro sulla proposizione dei ricorsi alla Corte costituzionale delle Regioni contro le leggi dello Stato per lesione delle competenze legislative regionali".

Nella riforma del bicameralismo proposta dal Nuovo Centrodestra, possono essere infine "introdotte anche alcune misure per razionalizzare la forma di governo riequilibrando i poteri dell’esecutivo e del Parlamento". (Leggi i "Sì" e i "No" del Nuovo Centrodestra)