La riforma del lavoro di Sacconi funziona: lo dice il caso ‘Golden Lady’
29 Agosto 2012
Se "l’articolo 8" non esistesse andrebbe subito inventato. Perché grazie a questa norma si potranno salvare 1.200 posti di lavoro. E’ la norma che disciplina il cosiddetto "contratto di prossimità", una invenzione dell’ex ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, che permette oggi – con un accordo di azienda e sindacati – di prorogare l’entrata in opera della riforma Fornero, evitando di mettere a repentaglio numerosi posti di lavoro della società Golden Lady.
Una vera ciambella di salvataggio, insomma; non solo per l’azienda, ma soprattutto per i lavoratori. Un salvagente dalle torbide acque dell’ultima riforma del lavoro, che consente di mitigarne – diluendoli nel tempo – i disastrosi effetti dell’azione di repressione della flessibilità in entrata.
La Golden Lady è un’industria che produce e commercializza calze, collant, intimo, costumi da bagno e articoli accessori. La società fattura 618 milioni di euro (anno 2011), ed è proprietaria di negozi di commercio al dettaglio dislocati su tutto il territorio nazionale nei quali distribuisce i beni prodotti. Per la gestione di questi punti vendita, si avvale di circa 1.200 lavoratori con contratto di associazione in partecipazione con apporto di solo lavoro. Così è andata avanti finché non è arrivata la riforma Fornero (legge n. 92/2012), in vigore dal 18 luglio, che tra le varie novità ha modificato la disciplina relativa all’associazione in partecipazione.
Al fine di arginarne l’uso elusivo ha stabilito che in relazione alla stessa attività è possibile avere un massimo di tre associati. La Golden Lady, così, si è trovata improvvisamente con 1.197 lavoratori oltre il limite di legge. Che fare? Vie d’uscite non ce ne sono: per la legge Fornero va applicata la sanzione della conversione dei contratti di associazione in rapporti subordinati a tempo indeterminato. Conversione da fare immediatamente dalla sera alla mattina del 18 luglio, in mancanza di previsione da parte della riforma di un periodo di transizione dalle vecchie alle nuove disposizioni.
Un’operazione del genere, evidentemente, avrebbe messo in ginocchio l’azienda e con essa tutti i dipendenti e gli associati in partecipazione. Un disastro, in altre parole. Fortunatamente, invece, si è potuto fare appello ad un accordo aziendale di attuazione del cosiddetto «contratto di prossimità» di cui al famoso articolo 8 del passato governo Berlusconi. Con tale accordo, azienda e sindacati hanno potuto pattuire di prorogare di un anno l’entrata in vigore delle disposizioni sui contratti di associazione della riforma Fornero.
Infatti, l’accordo stabilisce che fino al 18 luglio 2013 le nuove norme non produrranno effetto nei confronti della Golden Lady. Un differimento giustificato dalla necessità di valutare le modalità di assunzione, con contratto subordinato, dei lavoratori che oggi sono impiegati nei punti vendita aziendali in rapporto di associazione. La società, tuttavia, ha preso impegno sin da ora a stabilizzare questi rapporti fermo restando, ove ne ricorrano i presupposti, il ricorso al contratto di apprendistato (?!?) e/o in alternativa le forme di incentivazione occupazionali.
La vicenda ci pone dinanzi a un interrogativo: se non ci fosse stato l’articolo 8 che cosa avrebbe fatto la Golden Lady? Avrebbe davvero assunto, da un giorno all’altro, i 1.200 associati come dispone la legge Fornero? Io ritengo di no. No, non perché l’azienda non avrebbe “voluto” farlo (e a conferma c’è la dichiarazione e sottoscrizione di tale volontà nell’accordo); ma semplicemente perché non avrebbe “potuto” farlo in così breve tempo, dovendo per un’operazione del genere fare i conti necessariamente con le possibilità economiche e di mercato.