La riforma dell’istruzione di Cameron: sì all’efficienza no ai privilegi

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La riforma dell’istruzione di Cameron: sì all’efficienza no ai privilegi

15 Luglio 2011

Gli insegnanti che hanno partecipato allo sciopero generale dello scorso 30 giugno avevano promesso il caos, un giorno di rabbia che avrebbe potuto far rimanere chiuse le scuole statali. Hanno scritto ai presidi per avvertirli che avrebbero potuto incorrere in violazioni delle norme di salute e di sicurezza se avessero tenuto aperte le scuole in mancanza di personale. Ma in realtà il 30 giugno solo una piccola percentuale delle scuole inglesi è rimasta chiusa, e meno della metà è stata colpita dalle proteste. Ciò è dovuto in parte al fatto che solo due unioni sindacali hanno dato sostegno agli scioperi, la Nut (Unione Nazionale degli Insegnanti, ndt) e l’Atl (Associazione degli Insegnanti e dei Docenti, ndt), le quali non sono riuscite nemmeno a raccogliere una maggioranza a favore. Solo il 40% ha partecipato alla votazione indetta dalla Nut, il 32% a quella dell’Atl. Un’altra causa è da accreditarsi alle stesse riforme che stanno ricostruendo il settore dell’istruzione, sulle quali il governo di coalizione ha posizione più radicali. Queste riformecostituiscono un assalto alla forza dei sindacati e sembrano essere in grado di rendere i disordini, dal carattere così industriale, nelle scuole britanniche una cosa del passato.

La più radicale ed promettente delle riforme permette a genitori, insegnanti, enti di beneficienza e imprese di creare nuove scuole, servendosi dei finanziamenti statali. Basandosi sulle riforme attuate in Svezia negli anni ’90, le nuove leggi garantiranno sul fatto che il mercato sarà in grado di rispondere ai bisogni di quanti vivono in zone sprovviste di scuole decenti. Se i genitori sono delusi dall’educazione ricevuta dai loro figli, possono dare vita alla propria scuola, oppure presentare una petizione agli enti di beneficienza e alle imprese, già coinvolte nella creazione di scuole libere, a fare altrettanto nella loro zona.Da quando è stata annunciata l’iniziativa, oltre 600 domande sono state inoltrate. Secondo una ricerca effettuata dall’Institute of Education, un quarto delle domande provengono da gruppi di genitori, mentre un quinto da gruppi di insegnanti. Quasi il 15% delle richieste sono state inoltrate dal sistema scolastico privato, ancora ampiamente considerato il migliore al mondo e che finalmente avrà l’opportunità di utilizzare le proprie competenze nel settore pubblico. Per una ventina di nuove scuole è prevista l’apertura nel settembre prossimo, mentre per un centinaio è in programma per il prossimo anno. Addirittura società di calcio quali l’Everton, il Tottenham Hotspur e il Manchester City hanno espresso il loro interesse ad aprire scuole proprie.

L’obiettivo principale delle riforme è quello di migliorare gli standard accademici attraverso il decentramento e la liberalizzazione del sistema educativo pubblico. Era già prevista una gerarchia rigida, con il Ministero dell’Istruzione che delegava alcuni poteri e responsabilità alle Autorità educative locali, ai quali i presidi e le scuole sono sottoposti. Sotto l’ultimo governo laburista, con la carenza di scuole, quante non raggiungevano alcuni parametri relativi ai risultati negli esami venivano chiuse e riaperte come Accademie, scuole con un grado di gran lunga maggiore di libertà in relazione agli stipendi e ai curricula degli insegnanti, scuole che ricevono finanziamenti supplementari dai sostenitori presenti tra gli enti benefici e le aziende, scuole che erano fuori dal controllo delle Autorità educative locali.

Questa riforma è stata allargata dalla coalizione liberal-conservatrice, promossa dal Ministro conservatore dell’Istruzione, Michael Gove. Tutte le scuole possono ora richiedere lo status di Accademia, e già un terzo delle scuole secondarie ha avviato il percorso di conversione. Una ricerca del Centre for the Economics of Education della London School of Economics ha dimostrato che le Accademie non solo innalzano gli standard dei loro studenti, ma la loro stessa esistenza ha un effetto positivo sulle scuole limitrofe. Ciò confuta l’argomento più duro a morire portato avanti dagli oppositori della riforma, cioè che le Accademie e le scuole libere porteranno a un sistema educativo a due livelli,  con livelli d’istruzione più bassi per coloro che rimangono fuori dal sistema delle Accademie. Al contrario, la ricerca mostra che, sebbene i nuovi alunni delle scuole limitrofe hanno fatto registrare un calo nei risultati dei test d’ammissione − il che significa che gli studenti maggiormente adatti alle Accademie hanno optato per queste ultime − gli alunni delle scuole limitrofe hanno fatto riscontrare risultati significativamente più alti a partire dai sedici anni, se confrontati con gli alunni delle scuole prive di Accademie nella zona. In altre parole, gli alunni che hanno ottenuto punteggi più bassi quando erano più piccoli stanno ottenendo ora risultati migliori, rispetto a quanto accadeva prima che le scuole limitrofe diventassero accademie. La liberalizzazione del mercato dell’istruzione ha innalzato gli standard per tutti, inclusi coloro che sono meno adatti al sistema delle Accademie.

L’ostacolo maggiore a queste riforme è costituito dai sindacati degli insegnanti; hanno combattuto questi cambiamenti a ogni passo, fin da quando sono state istituite le prime Accademie sotto il governo laburista. Sebbene i recenti scioperi siano teoricamente volti a proteggere le loro insostenibili pensioni, i leader che hanno indetto lo sciopero hanno di fatto dichiarato guerra al governo sul suo programma di riforme, dopo averlo invitato a dimettersi. Se ne sono usciti con infinite ragioni secondo le quali i cambiamenti dovrebbero essere bloccati: le Accademie e le scuole libere non avrebbero in futuro le risorse per la gestione della salute e della sicurezza, per le questioni legali, per le biblioteche, per la copertura di maternità, per la gestione del rischio e dei finanziamenti senza il supporto delle Autorità educative locali. In realtà, la vera ragione che portano avanti è semplice: le riforme abbatteranno il potere dei sindacati degli insegnanti sulla professione e dell’establishment educativo di sinistra sopra le scuole inglesi.

Una volta che le Accademie e le scuole libere avranno scritto i loro propri contratti per gli insegnanti, sarà molto più difficile per i sindacati essere influenti. Non ci saranno scioperi nazionali o regionali riguardo a stipendi e a condizioni di lavoro, quando stipendi e condizioni di lavoro varieranno da scuola a scuola. Nel frattempo il governo ha reso più facile licenziare gli insegnanti meno produttivi, e ha chiarito che un insegnante che va in congedo per malattia mentre è sottoposto alla procedura di licenziamento non può più ritardare tale procedura. Sta diventando molto più difficile per i sindacati sfruttare la legislazione del lavoro a favore dei loro membri e a spese della formazione educativa della prossima generazione. È stato anche annunciato che le scuole saranno in grado di organizzare autonomamente le vacanze estive, aumentando la possibilità che le scuole possano rimanere aperte 51 settimane all’anno. Le unioni degli insegnanti stanno proteggendo le loro lunghe vacanze da anni, premendo sulle Autorità educative locali, sostenendo che ogni riduzione metterebbe sotto pressione i bambini. Ora che la decisione è nelle mani di ogni singolo istituto, avranno meno poteri.

Lo sciopero in realtà non è stato indetto contro la riforma delle pensioni, che ogni individuo dotato di ragione dovrebbe accettare come inevitabile, dati i cambiamenti demografici e le pressioni finanziarie. È stato più che altro un grido di rabbia da parte dell’establishment dell’educazione che sta perdendo controllo. Il 60% degli iscritti alla Nut non ha votato sullo sciopero, e il 68% per quanto riguarda l’Atl. Lungi dal rappresentare tutti gli insegnanti, gli scioperanti rappresentano la minoranza di sinistra che è in grado di utilizzare i sindacati come strumento per imporre la loro volontà. Molti insegnanti hanno accolto in modo entusiastico le riforme dell’istruzione del governo, dimostrando di essere stanchi della mediocrità accettata in molte scuole e della soffocante uniformità che impedisce nuove idee e frena l’entusiasmo di studenti stimolati. Gli scioperanti dovrebbero godersi quest’estate, che hanno promesso essere di disordini, perché probabilmente sarà l’ultima.

Traduzione di Stefano Fiori