La risposta del Cav. a Veltroni si gioca sui fatti non sulla propaganda

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La risposta del Cav. a Veltroni si gioca sui fatti non sulla propaganda

30 Ottobre 2008

Tanto fumo e poco arrosto. Tante parole, oltre sei mila, ma poche, circa duecento, quelle utilizzate per avanzare proposte concrete in termini di politica economica. Ecco il sunto del discorso magno tenuto da Veltroni al Circo Massimo.

Impegnati a contare i partecipanti alla grande manifestazione  e intenti a cercare dietrologie e risvolti politici, editorialisti, politologi e stregoni vari hanno dato poca evidenza a quelle che sono state le proposte lanciate dal palco Pd. Il canovaccio del discorso è stato indubbiamente di stampo nazional popolare con quel buonismo tanto caro a Veltroni. Ma a parte dare del mascalzone a Berlusconi e appellarsi ad una Italia migliore, Veltroni ha avanzato delle proposte concrete? Macché. Su oltre un’ora di discorso il leader del Pd, per proporre idee tangibili, ha usato appena due minuti. Tradotto in percentuale: meno del 3%. Troppo poco.  

Vediamole queste striminzite, generiche e illuminanti duecento parole che tracciano la strada verso una ipotetica Italia migliore. Veltroni domanda: “Cosa ha fatto il Presidente del Consiglio per difendere le piccole e medie imprese o il potere d’acquisto dei salari e degli stipendi degli italiani? Nulla, assolutamente nulla”. Considerato che nel dna culturale del leader Pd alberga l’abuso della bugia, la sua affermazione non deve sconvolgere. In realtà il governo in carica in questa direzione ha lavorato. Ha abolito l’Ici sulla prima casa, ha ridotto il peso del mutuo, detassato gli straordinari e i premi di produzione, messo in essere la Robin Hood Tax, il provvedimento che aumenta la tassazione su alcuni settori: petrolieri, banche e assicurazioni. Sono stati stanziati circa 800 milioni di euro per il nuovo Piano casa nazionale con l’obiettivo di fornire alloggi in proprietà o in locazione alle fasce sociali più deboli. Nessuno lo ha ricordato a Veltroni che però dal palco ha fatto sapere come, per abolire l’Ici, siano stati sacrificati i fondi famiglia. Tesi che però il Ministero del Tesoro ha confutato in pieno sottolineando come, per le abitazioni storiche, come i castelli, le ville di pregio e tutti gli immobili rientranti nella categoria A1, A2 e A9, l’ici continuerà ad essere pagata.

Nuovamente Veltroni: “Serve il sostegno con un fondo di garanzia alle micro e piccole imprese, un piano di investimenti in infrastrutture e soprattutto un intervento per aumentare i redditi da lavoro, i salari, gli stipendi e le pensioni degli italiani”. Il fondo di garanzia è in discussione e in tal senso già in finanziaria dovrebbe uscire qualcosa di più chiaro, mentre per la tutela dei ceti più deboli è stata istituita la social card, la carta prepagata da quattrocento euro. Veltroni infine chiede la detassazione delle tredicesime, ipotizzando un utilizzo per questa misura di sei miliardi di euro. E’ l’unica proposta contenente cifre e numeri. Ma anche questo è un punto che fa parte del programma di governo. Lo stesso Berlusconi ci ha tenuto a sottolinearlo, in quanto, per la detassazione delle tredicesime “ci sono diverse ipotesi ma i fondi sono scarsi e , pur rientrando nel programma di governo del Pdl, non sarà possibile un intervento immediato perchè lo stato dei conti pubblici lo ostacola”.

In conclusione, il discorso di Veltroni ha partorito un topolino, con poche idee e alcune pure scopiazzate da quelle del Pdl. Il governo ombra, continua a rimanere in ombra. Il governo vero invece non si ferma e guarda avanti. Ieri Berlusconi ha annunciato le prossime mosse in tema di economia di fronte la platea di Confcommercio. Il primo obiettivo rimane quello di scongiurare una stretta del credito che avrebbe come unico effetto quello di strangolare le imprese. Ecco perchè, ha sottolineato il premier, “se le banche lo richiedono il governo è pronto ad intervenire, ma non di imperio e senza condizioni punitive per i manager o per gli azionisti”, il come, Berlusconi lo spiega così: “Sempre con la massima libertà se gli istituti ritengono di voler aumentare la loro disponibilità liquida e di patrimonio, lo Stato è pronto a sottoscrivere delle obbligazioni, azioni di risparmio o obbligazioni convertibili, che sarà possibile convertire”. Tra gli obiettivi a lungo termine l’impegno per l’esecutivo resta quello di scendere sotto il 100% nel rapporto debitopil entro il 2011.