La rupture di Sarkozy sull’immigrazione

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La rupture di Sarkozy sull’immigrazione

Il dibattito che si svolge in questi giorni sul progetto di legge sull’immigrazione è sintomatico dell’evoluzione del sistema politico francese. La concezione del governo, sostenuto dal Presidente della Repubblica, è molto chiara e, espressa in termini generali, condivisa da tutte le forze politiche e sociali: la coesione dell’identità nazionale passa attraverso una gestione responsabile dei flussi migratori. Nella realtà, però, le proposte pratiche sollevano numerose critiche, e non solo dall’opposizione. Tre sono i volani di questo disegno: una politica ferma di espulsione dei clandestini (Sarkozy ha fissato l’obiettivo a 25.000 per il 2007 e il ministro dell’immigrazione Hortefeux ha chiesto ai prefetti dei risultati); una tutela maggiore del ricongiungimento familiare; l’adozione della regola delle quote geografiche e soprattutto della categoria lavorativa come criteri per l’immigrazione.

L’attenzione in questi giorni si è concentrata sul progetto di legge sul ricongiungimento familiare – presentato dal governo il 4 luglio e adottato il 19 settembre dalla Camera – a causa di un emendamento molto discusso dell’onorevole Mariani. Di che cosa si tratta? Il progetto prevede, oltre alla firma di un contratto con lo Stato francese e alla dimostrazione di sostenere le spese di una famiglia da parte del richiedente, una valutazione, da farsi nel paese d’origine, del grado di conoscenza della lingua francese e dei valori della Repubblica (e un’eventuale formazione nel caso la valutazione fosse negativa) per le persone che richiedono di raggiungere la Francia nel quadro del ricongiungimento familiare o per i congiungi stranieri di cittadini francesi desiderosi di ottenere un visto di lungo soggiorno. L’emendamento, nella forma nella quale è stato adottato prevede, tra l’altro, l’attuazione di un sistema informatizzato di controllo dell’immigrazione (contenente nomi, fotografie e impronte digitali) e, soprattutto, di poter effettuare, a titolo sperimentale fino al 2010 e su base volontaria (queste due precisazioni non erano previste nell’emendamento originale di Mariani), dei test del DNA al fine di dimostrare la propria parentela con i residenti francesi.

Numerose sono le critiche a tale progetto, anche da parte della stessa maggioranza, a tale punto che la commissione delle leggi del Senato ha già ritoccato il progetto, eliminandone in particolare l’articolo sul DNA così come la formazione, nel paese di origine, per i coniugi stranieri di cittadini francesi. Il Senato dovrà, però, questa settimana in seduta plenaria, convalidare o meno il progetto, con le modifiche apportate dalla commissione sulle leggi o nella sua forma originaria adottata dalla Camera. Poiché il governo ha decretato l’urgenza del progetto, il testo definitivo sar