La Russa: “Militari italiani si addestrano in Germania su mezzi Usa”
03 Novembre 2010
di redazione
"Militari italiani si addestreranno in Germania con mezzi speciali apripista Usa, che in Afghanistan saranno intensificati". È quanto annuncia il ministro dellla Difesa Ignazio La Russa, in videocollegamento con le missioni internazionali di pace che vedono impegnati i militari italiani, fra cui rientra la missione Isaf in Afghanistan, "sicuramente la più pericolosa e complessa!".
In particolare, spiega La Russa, si tratta di "mezzi militari che la missione Isaf già utilizza con equipaggio americano. La novità, semmai, è che abbiamo chiesto di poterli condividere anche con un nostro diretto utilizzo. Non è che noi vogliamo utilizzare mezzi che sono a disposizione degli Usa e che noi non abbiamo, perchè questi sono già presenti nelle ‘colonne’ militari in Afghanistan. Ma è certo che poterli gestire in proprio ne aumenta le possibilità di utilizzo".
Quanto alla eventualità di dotare di bombe gli aerei Amx impegnati nel teatro afghano, La Russa ribadisce: "L’intenzione resta quella di far prevalere l’importanza della condivisione in Parlamento rispetto al tipo di armamento, a patto che i vertici militari non ci dicano che altrimenti ne possa derivare un decremento di sicurezza per i nostri soldati. Ma la condivisione del Parlamento su obiettivi e mezzi della missione in Afghanistan è un bene essenziale che va preservato. In ogni caso, valuterò la situazione dopo il summit Nato in programma a Lisbona".
Per il ministro della Difesa, "la missione militare di pace in Afghanistan resta quella più delicata e pericolosa fra le nostre missioni all’estero e ogni giorno trepidiamo e sospiriamo. I nostri militari hanno forti motivazioni e sono consapevoli che i rischi che corrono sono commissurati all’importanza di questa missione contro il terrorismo internazionale. Garantire a loro la massima sicurezza possibile deve restare sempre la priorità assoluta da mantenere e su questo il Paese deve essere compatto e far sentire la vicinanza delle istituzioni e della popolazione ai nostri militari".
L’obiettivo finale, ricorda La Russa, "non è quello di trasformare l’Afghanistan in un paese tranquillo come la Svizzera. Il nostro copito è quello di mettere il governo afghano in condizione di poter rispondere autonomamente alle minacce presenti e future, accrescendo la sua capacità di risposta e consentendo, così, di poter rispettare i tempi per il nostro ritiro che si prevede a partire dal 2011 con l’avvio di una effettiva ‘consegnà dell’Afghanistan alle autorità locali".