La sanatoria immigrati è uguale alla proposta tanto criticata di Cicchitto

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La sanatoria immigrati è uguale alla proposta tanto criticata di Cicchitto

13 Settembre 2012

L’avesse proposta Fabrizio Cicchitto, forse la sanatoria del lavoro nero dei cittadini extracomunitari non avrebbe mai visto luce. E invece, per meriti del governo Monti, dal 7 settembre si può accedere al doppio condono – per l’eventuale presenza clandestina in Italia e per l’occupazione in nero di manodopera – pagando un ticket di 1.000 euro e dal 15 settembre (fino al 15 ottobre) si potrà presentare la domanda.

La sanatoria ha un doppio effetto benefico: consente di sistemare i rapporti di lavoro in nero con cittadini stranieri (questo il beneficio per i datori di lavoro); e consente di conquistarsi un regolare permesso di soggiorno, cioè di legalizzare la presenza in Italia (questo il beneficio per i cittadini extracomunitari). Tre le condizioni per esser ammessi alla sanatoria:

a) occupazione irregolare del cittadino straniero al 9 agosto con rapporto di lavoro perdurante da almeno tre mesi (quindi costituitosi prima del 9 maggio 2012);

b) occupazione irregolare del cittadino straniero persistente ancora alla data di presentazione della domanda di sanatoria (un giorno compreso tra il 15 settembre e il 15 ottobre);

c) presenza ininterrotta in Italia del cittadino straniero da regolarizzare dal 31 dicembre 2011 o prima.

La sanatoria, stando al proclama governativo (che avverte di non chiamarla ‘sanatoria’, ma piuttosto procedura di ‘regolarizzazione’) è stata prevista nell’ambito della riforma delle sanzioni in materia di rapporti di lavoro con gli immigrati. Questa riforma, in buona sostanza, ha inasprito le pene per un reato già previsto dal Tu immigrati e punito con l’arresto da sei mesi a tre anni e la multa di 5.000 mila euro – è il reato di intermediazione illecita: attività organizzata d’intermediazione, di reclutamento di manodopera o di organizzazione di attività lavorativa caratterizzata da sfruttamento, mediante violenza, minaccia, o intimidazione, con approfittamento dello stato di bisogno o di necessità dei lavoratori –.

Queste le novità: sono state previste delle ipotesi aggravanti per le quali le pene sono aumentate da un terzo alla metà (impiego di stranieri irregolari caratterizzato da ‘particolare sfruttamento’); è stata introdotta una sanzione accessoria consistente nel pagamento di un importo pari al costo medio del rimpatrio dello straniero impiegato irregolarmente; ancora è stata prevista una specifica sanzione a carico delle persone giuridiche (società, enti, ecc.) che risultino essersi avvantaggiate dall’impiego irregolare di stranieri, consistente nel pagamento di una sanzione pecuniaria da 100 a 200 quote, fino a 150 mila euro, nei casi di ‘particolare sfruttamento’; infine – ed è questa la vera novità della riforma – è stato introdotto un “premio” a favore dei clandestini che querelano le imprese che li occupano in nero. Infatti, allo straniero che denunci il proprio datore di lavoro per sfruttamento verrà concesso un permesso di soggiorno di sei mesi, rinnovabile fino al periodo occorrente per la definizione del procedimento penale a carico dell’impresa denunciata.

Si capisce che la nuova sanzione può ben rappresentare un’arma in mano agli stranieri irregolari e occupati in nero (a prescindere da chi, a torno o a ragione, ha tutta la responsabilità dell’irregolarità del rapporto di lavoro). Questi, infatti, magari raggiunti da un decreto di espulsione, possono essere tentati dall’utilizzare l’ultima spiaggia della denuncia del proprio datore di lavoro al solo fine di procurarsi il benefit di permanenza in Italia. Fatta la denuncia e ricevuto il premio del permesso di soggiorno, tutti i guai sono per il datore di lavoro che dovrà provare la sua innocenza (o colpa parziale).

Insomma, in vista dell’entrata in vigore di questo nuovo regime sanzionatorio (dal 16 ottobre, una volta scaduti i termini per aderire alla sanatoria), il governo ha pensato bene di permettere ai datori di lavoro un percorso di redenzione e conversione, consentendo loro di “regolarizzare” gli eventuali rapporti di lavoro in nero con gli stranieri (ma qual è la differenza tra “regolarizzare” e “sanare” o “condonare” se alla fine si tratta comunque di una procedura che consente di scampare ad una pena per una colpa già commessa?).

La sanatoria, va ancora precisato, non riguarda soltanto colf, badanti e domestici (settore, peraltro, escluso dalle nuove e più severe sanzioni per sfruttamento), ma ogni rapporto di lavoro subordinato, in qualunque settore produttivo, anche in edilizia e agricoltura per esempio dove c’è maggiormente la presenza di manodopera straniera. Costerà alle casse dello stato 43,55 milioni di euro per l’anno 2012, 169 milioni di euro per l’anno 2013, 270 milioni di euro per l’anno 2014 e 219 milioni di euro a decorrere dall’anno 2015, nonché un incremento del livello di finanziamento del servizio sanitario nazionale, a cui concorre ordinariamente lo Stato, per 43 milioni di euro nell’anno 2012 e per 130 milioni di euro a decorrere dall’anno 2013.

Ciò detto, che c’entra Fabrizio Cicchitto con la sanatoria degli immigrati? Nulla, per amor del Cielo e non me ne voglia il capogruppo del Pdl alla camera se l’ho tirato in ballo. L’ho fatto al fine di rappresentare un parallelo tra la sanatoria immigrati in atto e la proposta che, esattamente, un anno fa avanzò Cicchitto di una sanatoria fiscale per far ripartire l’economia. Tutto sommato, le due misure – regolarizzazione lavoro degli immigrati e sanatoria fiscale – producono gli stessi identici effetti, ossia la possibilità di redimersi (con il perdono delle colpe commesse) e di ricominciare a vivere un rapporto con lo Stato alla luce del sole. Eppure, la sanatoria degli stranieri è stata accolta con il plauso di tutti, la proposta Cicchitto, un anno fa, fu invece accolta da un coro inaudito di proteste contro lo scandalo di un suggerimento fuori luogo perché «premiante i furbi»!

Dal canto mio, ero favorevole alla proposta Cicchitto e non disdegno affatto la regolarizzazione in corso dei rapporti di lavoro con i cittadini stranieri. Ma non posso tacere un certo senso di fastidio che deriva da un atteggiamento, di una parte politica, che sa troppo di ipocrisia. Per questo, a chi urlò contro la proposta Cicchitto ma ha poi disciplinarmente votato la sanatoria immigrati, credo corra il dovere di spiegarci quel mondo in due di cittadini che gli frulla nella sua idea di comunità:

a) cittadini che meritano di essere perdonati per avere assunto in nero cittadini stranieri, anche se non clandestini; e cittadini che non meritano di essere perdonati per avere assunto in nero i loro connazionali;

b) cittadini che meritano di essere premiati perché hanno dato lavoro a cittadini stranieri; e cittadini che non meritano di essere premiati perché hanno dato lavoro a loro connazionali;

c) cittadini che meritano di essere ricompensati con l’affrancamento delle sanzioni – anche penali! – per avere fregato Inps, Inail, Irpef e Ssn dando lavoro nero agli stranieri; e cittadini che non meritano di essere ricompensati con l’affrancamento delle sanzioni – non penali! – per avere fregato Inps, Inail, Irpef e Ssn dando con lavoro nero ai connazionali.