La scienza ci allungherà la vita fino a 250 anni. Ma ne vale davvero la pena?

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La scienza ci allungherà la vita fino a 250 anni. Ma ne vale davvero la pena?

20 Dicembre 2010

In questi giorni di  possibile e sperabile pausa nella politica di lotta, mentre qualcuno si sta leccando ancora le ferite di un assalto non riuscito, mi viene voglia di pensare a qualcosa di diverso dalle miserie umane. E allora parliamo di vita, di allungamento della vita. Una ricerca europea ha mostrato dei risultati interessanti per il nostro paese: 84 anni è la media di vita delle donne italiane, seconda solo alle francesi che sono a quota 86; fra i maschi siamo invece secondi con 78 anni dietro agli svedesi che arrivano a 79 anni. Tutti valori non male che crescono di anno in anno nonostante l’aumento costante dello stress nella vita di ognuno. Ma, soprattutto, a quersti livelli ci si arriva solitamente relativamente bene salvo casi estremi.

 

E’ a questo punto che viene spontanea la domanda: ma sino a dove si può andare? Qual è il limite oltre il quale fisiologicamente non è possibile portare l’uomo?

 

La scienza evolve più o meno rapidamente nel tempo, quindi il punto si può fare oggi perché domani sarà già un altro giorno. Ed ecco che poco tempo fa  in California, all’Università di Irvine, è stato fatto un piccolo passo in avanti foriero di grandi speranze. I biologi evoluzionisti  di quell’istituzione sono partiti dall’idea che è il nostro patrimonio genetico a determinare la durata della vita di ognuno di noi. Infatti nel DNA di ogni essere vivente si possono individuare due diversi tipi di geni collegati ed antagonisti tra loro: i “gerontogeni” che favoriscono l’invecchiamento e quelli chiamati “longevity assurance” che hanno invece la funzione di rallentare l’invecchiamento assicurando loa longevità.

 

I primi esperimenti compiuti su moscerini della frutta hanno dato risultati incoraggianti: disattivando i geni dell’invecchiamento i moscerini sono sopravvissuti circa tre volte la durata della loro vita media normale. Significa questo che si potrebbe teoricamente arrivare a 250 anni? O anche solo alla metà di questo valore? Oggi è presto dirlo visto che il passo dai moscerini all’uomo è ancora estremamente lungo e che, passo dopo passo bisognerà affrontare lo studio sulle cavie animali prima di arrivare a rischiare il salto. Il tutto da svolgere in un contesto necessariamente estremamente controllato per evitare fughe in avanti o passi da apprendista stregone. In questo fondamentale sarà il ruolo degli enti di controllo sia sul piano medico che su quello etico.

 

Questo tanto più perché la competizione cresce ed è recente la notizia che al dipartimento di bioenergetica dell’Università di Mosca sono focalizzati sullo stesso tema da anni anche se l’approccio seguito è diverso: qui la ricerca si è concentrata sulla creazione di un complesso antiossidante delle cellule, lo SQK1. Questa sostanza è stata testata già su vari tipi di cavie animali, dai crostacei ai topi. I risultati hanno dimostrato che la degenrazione cellulare delle cavie è stata rallentata senza provocare, apparentemente, effetti collaterali arrivando anzi, in alcuni casi, a far si che la durata della vita della cavia sia raddoppiata rispetto a quella prevista per la specie.

 

Pare anzi che siano iniziati gli esperimenti sull’uomo e che entro il prossimo anno potrebbero apparire sul mercato delle pillole miracolose continuando nella tradizione dei paesi dell’Est che sin dagli anni 60’ avevano portato particolare attenzione a questo tipo di studi, come i più anziani ricorderanno, per esempio a proposito del famoso GEROVITAL della dottoressa Aslan.

 

La sfida è aperta e certamente ne vedremo delle belle già nel futuro prossimo. Un pensiero mi viene in mente. Ma ne vale veramente la pena? A parte il fatto che il degrado ci sarà sempre, rallentato ma arriverà, vale veramente la pena vivere così tanto per vedere come sarà il mondo di domani? A parte il piacere egoistico di stare più a lungo con i propri cari e vederli crescere, non sono sicuro che il futuro, viste le premesse di oggi, sarà poi come lo avrei voluto.