La seconda volta di Obama

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La seconda volta di Obama

22 Gennaio 2009

Si sa, i costituzionalisti sono gente seria abituata a mettere i puntini sulle “i”. Ed è giusto che sia così visto che le tradizioni si fondano su formule scolpite nella memoria secolare di un popolo. Per questo il giudice della Corte Suprema John Roberts Jr. ha deciso di far ripetere il giuramento a Barack Obama. Ma forse era meglio la prima.

In realtà la gaffe l’aveva fatta proprio Roberts, inducendo in errore il presidente che – invece di pronunciare la frase di rito “…faithfully execute the Office of President of the United States” ha detto “execute the Office of President of the United States faithfully” invertendo l’ordine delle parole. Quisquilie, si dirà. E’ già accaduto altre volte che un presidente si sia sbagliato nel suo pronunciamento. Avvenne con Truman ma si decise di soprassedere. Con Coolidge e in questo caso il giuramento fu ripetuto in forma privata com’è successo a Obama, che ha giurato per la seconda volta nel chiuso di una stanza: “Questa volta lo farò molto lentamente” ha commentato ironicamente il presidente.

Ma ci era piaciuta di più la prima versione. Con Obama che sorride interdetto davanti a Roberts. Con milioni di persone che restano col fiato sospeso chiedendosi che sta succedendo. Con la sapiente regia di Fox News – un superbo film americano – umanizzata da quella piccola imperfezione. In fondo noi italiani siamo abituati a ben altre ingessature: pensate a quegli insopportabili messaggi di fine anno di questo o quel presidente della repubblica che proprio non riesce a staccare gli occhi da quei sudati foglietti pieni d’appunti imparati a memoria…

L’America sarà pure fedele ai suoi miti e riti ma è anche capace di inaspettati colpi di scena. Tipo quando – durante l’insediamento del presidente Andrew “Old Hickory” Jackson, nel 1829 – la folla delirante prese d’assalto il portico di Capitol Hill penetrando oltre i cordoni della sicurezza. Per placarla, Jackson offrì a tutti qualche bottiglia di whiskey punch. E il ricevimento finì con una ubriacatura generalizzata. Che poi è la grande promessa americana: meno aristocrazia, più democrazia. Senza strappi alle regole ma senza essere schiavi delle regole.