La sindrome di Trento: vincere le elezioni ma perdere la testa
12 Novembre 2008
Il centrosinistra vince le elezioni in Trentino in tandem con l’Udc e scoppia la sindrome di Trento. In fondo l’alleanza con Casini nelle valli trentine è andata bene e quindi, si è interrogato Rutelli, perché non dare avvio a delle “alleanze di nuovo conio”. Tradotto: perché Pd e Udc non ragionano seriamente per delle nuove e future alleanze anche a livello nazionale? Apriti cielo.
Solo l’ipotesi di un tal scenario ha scatenato una bagarre tutta interna. Potevano almeno godersi la vittoria per qualche giorno, anziché tornare a polemizzare tra loro. Sintomi della malattia: atteggiamento isterico e confusionale che porta a discussioni, litigi, minacce e diversità di vedute in seguito ad una vittoria elettorale. Nella letteratura politico medica recente una cosa del genere mancava.
Lo stratega Rutelli sposta l’asse del ragionamento politico sui centristi di Casini, con il quale ha stretto alleanze in Trentino ma non in Abruzzo, e chiede alleanze di nuovo conio. Quindi alleanze con i centristi dell’Udc? Un po’ si e un po’ no. Ma non è proprio così. A sinistra i normali sillogismi politici non valgono. Tutto va condito con argomentazioni più complesse, auliche, politologiche. Tali da far discutere gli intellettuali e far capire ben poco agli elettori in buona fede. Rutelli traduce così il suo pensiero: “Le “alleanze di nuovo conio” sono quelle che nascono dal “progetto Paese” e non quelle “a prescindere” da esso e sulla base “di una lista di partiti predeterminata, non allude a partiti di centro o ad alleanze di centro. Traduzione alla spiegazione, sempre per bocca di Rutelli: significa che il Pd sceglie le proprie alleanze non su una lista predeterminata, ma sulle sue scelte politiche”.
Avete capito? Forse chi legge si, mentre chi di sinistra lo è di mestiere mica tanto. Ha un gusto masochistico la sinistra nel complicarsi la vita. Sentite Gavino Angius, presidente della Associazione Democrazia e Socialismo, ex senatore Pd, che dopo aver aderito al fallimentare progetto di Boselli nell’ultima tornata elettorale è tornato di recente a dialogare con il Pd, “compito del Pd è quello di unire tutti i riformisti: socialisti, cattolici, laici e ambientalisti. Stabilire, invece, pregiudizialmente, come fa Rutelli, chi deve essere incluso o escluso tra le forze di sinistra e le forze di centro, come l’Udc, è un errore, l’unità delle forze riformiste”, conclude Angius, “è ciò che attendono milioni di cittadini italiani, smarriti e preoccupati”. Angius ci manchi torna presto a Montecitorio. Un elettore di sinistra dovrebbe preoccuparsi semmai dei tanti galli che cantano nel pollaio Pd.
Non è finita. Rosy Bindi, altro monumento del Pd, risponde cosi a chi le chiede se sia d’accordo con Francesco Rutelli: “No, credo che vada ricostruito un nuovo centrosinistra, ma non è detto che sia quello il modello. Ora ci sono altre elezioni, vediamo come va l’Abruzzo. Sono d’accordo sul nuovo conio ma non è detto che sia quello”. Il vicepresidente della Camera Bindi aggiunge: “Io poi non dimentico mai chi c’è in Sicilia e i matrimoni si fanno in due”. E te capisci sempre più perché l’onorevole Rosy Bindi sia single da una vita. Rutelli incassa un’altra bocciatura. Guai a pensare che l’ingresso una alleanza più stretta con Casini possa far spostare il baricentro del Pd al centro. Per Antonello Soro, capogruppo Pd alla Camera, non va delegata all’Udc la rappresentanza politica dell’area di centro. Castagnetti però ammette che a lui il modello Trento piace, “auspicherei che l’Udc fosse disponibile non solo a Trento ad una alleanza organica con il Pd, sia pure attraverso forme mediate. Però onestà impone di dire che è un successo soprattutto di Dellai e del suo modello di governo”. State tutti certi che la sua voce verrà ascoltata.
Poteva mancare l’opinione dell’Italia dei Valori? Per Di Pietro l’asse con l’Udc è un matrimonio che non s’ha da fare, come a dire, basta il contributo dell’Idv per costruire un’alternativa di governo come sta accadendo in Abruzzo. Infine il diretto interessato Casini, “in Trentino esperimento interessante, ma le intese saranno possibili solo se il Pd chiude a sinistra. Intanto però è sfumato l’accordo in Abruzzo e i centristi hanno presentato un proprio candidato, con tanto di dispiacere e rammarcio pubblico di D’Alema, “ il nuovo centrosinistra lo si costruisce anche attraverso il dialogo con l’Udc”. Chiosa finale dedica al segretario Udc Lorenzo Cesa, che riassume tutto il riassumibile. Accordi e alleanze con il Pd? “Noi per ora lavoriamo ad un centro moderato più forte, senza preclusioni nè al Pd nè al Pdl. Poi, vedremo…». Cosa c’è da vedere? Semplice, dove tira il vento.