La Sinistra Arcobaleno scende in campo con “allegria”

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La Sinistra Arcobaleno scende in campo con “allegria”

13 Febbraio 2008

Niente più falce e martello. Al suo posto i colori della
bandiera della pace a formare un arcobaleno e nella parte alta la scritta
“Sinistra Arcobaleno”.

E’ partita oggi con la presentazione ufficiale del
simbolo la campagna elettorale della “Cosa rossa” in cui sono confluiti Verdi,
Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani.

Presenti tutti i leader della
sinistra radicale dal ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio al leader del
Pdci, Oliviero Diliberto senza dimenticare il segretario di Rifondazione Franco
Giordano. Unico assente il ministro dell’Università Fabio Mussi operato in
mattina per un trapianto ai reni.

A fare le presentazioni il candidato premier
Fausto Bertinotti che per il debutto del nuovo partito ha scelto non un palazzo
della politica ma un rinomato bar del centro di Roma. Fatto un po’ inusuale ma
che lui stesso ha spiegato facendo notare che “tutti i luoghi hanno la
vocazione ad essere luoghi della politica, ed un bar è uno di quelli che ne ha
di più”. L’avventura della sinistra radicale parte quindi da un bar cosciente
non solo dell’importante fase storica ma anche che “le forze della sinistra che
per un lungo periodo storico sono state separate oggi aprono i loro confini ad
altre culture”.

Storie diverse come ripete Bertinotti ma che “insieme danno
vita ad una nuova sinistra unita e plurale”. Unità che adesso sarà anche nel
simbolo dove correranno “tutti con pari dignità”.

E proprio la questione del
simbolo aveva agitato fin da principio gli animi della nuova formazione politica
con il Pdci contrario ad abbandonare la falce ed il martello. Questione ormai
superata anche se il legame con la falce e martello per il presidente della
Camera dei Deputati non viene meno ma anzi “ciascuno lo porterà dentro di sé”.
E ricorda che anche “quando c’erano il Pci ed il partito socialista, si
presentarono insieme alle elezioni del 1948 scegliendo come simbolo il volto di
Garibaldi”.

Chiuso con il passato Bertinotti traccia il confine del nuovo
partito che “deve nascere dall’allegria. Nasce qui una sinistra che viene da
radici antiche e che vuole essere unitaria e plurale, bisessuata e colorata”.
Un partito che guarda “agli esclusi” perché “a loro va dato un atto di
speranza” ammonisce l’ex segretario di Rifondazione. Ma soprattutto far rinascere
una sinistra in Italia, investendo in una nuova sinistra unitaria plurale,
coloratissima, fatta di uomini e di donne, che non si arrende a questa idea di
un duopolio che cancellerebbe la sinistra in questo Paese”. Parole che quindi
smentiscono ipotesi di accordi e desistenze con il Pd. Al di là però dei progetti
e delle prospettive ambiziose il presidente della Camera non nasconde le
difficoltà e gli ostacoli effettivi dell’iniziativa.

Di “un’impresa difficile”,
di “un’esperienza che deve avere forza perchè la preoccupazione è forte: senza
un successo la sinistra rischia di essere cancellata da questo paese”.

Un
appello che è anche un messaggio a chi lavorerà con lui alla realizzazione del
nuovo partito dove “va costruita una sinistra che ha un progetto, che è contro
le grosse coalizioni e che, indipendentemente dalla collocazione al governo o all’opposizione,
contribuisca al cambiamento della società”.

Intanto anche il fronte più estremo
della sinistra si organizza con il Partito Comunista dei Lavoratori. A reggere
le sorti del movimento come candidato premier sarà Marco Ferrando mentre come
simbolo è stato deciso di rispolverare la falce e il martello, ma dipinta di
rosso. Tutti segnali che indicano come la competizione nella sinistra radicale sia appena iniziata.