La sinistra post-sessantottina si converte: niente sesso senza amore
15 Febbraio 2011
di Sokal
L’osceno godimento del tiranno. Così, giovedì scorso, il quotidiano manifesto titolava un editoriale sul "Rubygate" affidato a Massimo Recalcati, noto psicoanalista di scuola lacaniana. In prima pagina si poteva leggere: "Il godimento fallico (quello del Cav., ndr.) è un godimento che dà luogo ad accumulazioni seriali, anonime, ripetitive, dove ciò che conta è il consumo, l’approprazione dell’organo elevato a feticcio. Lacan stigmatizzava il godimento fallico come godimento dell’idiota. Godimento dell’Uno da solo, masturbatorio, godimento dell’Uno senza l’Altro. Nel godimento maschile chi gode è infatti solo l’organo".
Per inquadrare meglio l’autore aggiungiamo che nei suoi ultimi saggi Recalcati è divenuto sempre più scettico sulla natura umana, pubblicando, in rapida successione, L’Uomo senza inconscio, Il soggetto vuoto e Cosa resta del padre. Fornito di uno stile davvero ipermoderno, Recalcati descrive la macchina del sesso berlusconiana con una sintassi che avrebbe appagato i maestri Gilles e Felix: "Perché mai limitare il godimento dell’Uno? Perché rinunciare a godere di tutto? (in corsivo nel testo, ndr). Per quale ragione, per quale civiltà, per quale Dio? L’etica post-ideologica, orfana di tutti i suoi ideali, confrontata, come direbbe Sartre, con la drammaticità del cielo vuoto sopra le nostre teste, è davvero in grado di rispondere sensatamente a questa domanda che il berlusconismo pone così scabrosamente? Lascio volutamente aperta questa questione cruciale…".
L’interrogativo riguarda il tiranno "che gode degli altri che lo circondano come puri oggetti intescambiabili, anonimi, privi di un nome proprio, pezzi di corpo, macchine sessuali". Perché è questo il dilemma che angoscia il professore quando pensa alla sessualità del Cav.: com’è possibile il sesso senza amore? Per rispondere a un mistero che affonda nella notte dei tempi, Recalcati fa uso di una terminologia scientifica che di scientifico forse ha ben poco, se non la sua ineccepibile incomprensibilità. Per dirla con l’Orwell di Politics and the English Language, se traducessimo in Plain Italian l’articolo del manifesto otterremmo lo stesso risultato di questo video cantato da Natasha; solo che lo sforzo cognitivo necessario a capire che di questo il professore sta parlando – del sesso senza "ammore" – prevede molto più che una laurea in pedagogia e scienze della formazione.
In realtà abbiamo come l’impressione che questo lingua complicata, che sembra sconfinare nell’impostura, sia essa stesso manifestazione lampante di una repressione: quella del postmodernista che deve torcere il capello in quattro anche quando sta parlando di mele e pere. La filosofia francese degli ultimi decenni ha prodotto mostri di tal pasta, che a loro volta si sono riprodotti in cloni verbosi, sulle pagine dei giornali e nelle accademie di mezzo mondo, in una cultura elitaria di cui (solo) loro si fanno aedi e depositari.
Ma polemiche a parte teniamo alla discussione e al progresso delle scienze e vogliamo rispondere alla domanda lasciata aperta dal professore. Perché dovremmo rinunciare al "godere di tutto"? Un suggerimento viene da una recente ricerca che sta destando scalpore in Gran Bretagna e che qui ci preme anticipare. Il saggio s’intitola Transgressing the Boundaries: Toward an Orgonic Society ed è stata edito nel 2010 da una piccola casa editrice londinese, Waterloo Books. L’autore dello studio, il neuropsichiatra Buck Rogers jr., analizza la sessualità nel mondo postmoderno ripartendo da quella di una tribù amazzonica, da lui visitata e scoperta negli anni ottanta. Gli Orgoni.
Secondo Rogers, oggi l’umanità sarebbe definitivamente entrata nella sua "fase orgonica". Uomini e donne hanno capito che si può trarre il massimo del piacere possibile gli uni dagli altri, senza pentimenti o patimenti. Quando ti pare, dove ti pare, con chi vuoi. Gli Orgoni governano questa fase di transizione verso l’appagamento totale tramite l’abolizione di tutti i rituali dell’amore borghese e romantico – sostituiti da un gioioso copulare potlach. Crediamo che sia il caso di approfondire questa linea di ricerca, naturalmente con l’aiuto di Recalcati, in modo da analizzare fino in fondo l’evoluzione della sessualità nel tardo-berlusconismo.