Obama ha promesso di mettere un freno alle operazioni clandestine dei servizi segreti, "rendition" comprese, che hanno scatenato un mare di polemiche con gli alleati e a livello internazionale. Stabilito che Michael Hayden, l’attuale direttore della Cia, verrà sostituito, c’è buio pesto sul nome del suo successore.
C’era un candidato, John Brennan, veterano dell’intelligence e tra gli advisor di Obama, ma è stato sacrificato sull’altare della sinistra del partito democratico. L’hanno accusato di complicità con la gestione Bush riguardo alle operazioni antiterrorismo.
Brennan ha scritto una lettera a Obama annunciando di ritirare la sua candidatura, gettando nello scompiglio molti esperti di intelligence. Il messaggio è chiaro: chi ha lavorato a Langley negli anni della guerra al Terrore adesso è ‘contaminato’.
Figuriamoci lui che era all’Agenzia quando l’ex direttore Tenet creò il programma per gli interrogatori e la detenzione dei sospetti terroristi – un provvedimento aspramente criticato dalle associazioni per i diritti umani. Brennan ha scritto di essere stato un “forte oppositore” dei metodi di Bush ma non è servito a niente protestare.
Resta in ballo Anthony Lake, diplomatico ed esperto di sicurezza – una figura più accademica e istituzionale rispetto agli operativi come Brennan. Lake ha servito tra i consiglieri della sicurezza nazionale di Clinton tra il ’93 e il ’97 (cioè proprio mentre la Rete di Bin Laden si rafforzava) e si è distinto nella ‘soluzione’ della guerra bosniaca.
La carriera di Lake affonda nella storia americana del dopoguerra. E’ stato consulente a Saigon durante la Guerra in Vietnam, fu uno degli assistenti di Nixon che alla fine degli anni Sessanta accompagnarono Kissinger a Parigi per il primo negoziato segreto tra il governo Usa e i nordvietnamiti. Dopo aver sposato le tesi realiste ha criticato l’amoralità dell’approccio kissingeriano in Africa ma anche l’umanitarismo velleitario di Carter. Lake ha già sfiorato la poltrona della Cia nel ’96 quando i repubblicani si opposero con veemenza alla sua nomina.
In alternativa c’è Stephen Kappes, l’attuale numero due di Langley. Anche lui è sotto pressione per i metodi usati negli anni scorsi, visto che si è occupato del controspionaggio dopo l’11 Settembre. Ha servito in Pakistan e ha lavorato con Bush per costringere la Libia a interrompere i suoi programmi sullo sviluppo di armi di distruzione di massa.
Tra i papabili anche il democratico “Tim” Roemer, uno dei membri della Commissione sull’11 Settembre, e “Chuck” Hagel, il più convinto avversario della guerra in Iraq tra le fila del GOP. Nominare Hagel sarebbe l’ultimo schiaffo inflitto al presidente George W. Bush.