La sinistra socialista vuole “demondializzare” la Francia
04 Luglio 2011
Ecco: finalmente tutti problemi della economia europea e della sua società saranno risolti. Come? Con un "protezionismo europeo, assieme alla sua necessaria dimensione ecologica". Perché questa proposta per combattere “la deindustrializzazione, la precarietà, l’impoverimento e il declassamento, l’esplosione delle diseguaglianze, la distruzione dei servizi pubblici, l’aumento del debito, le delocalizzazioni…”? Con quale politica? Con la “demondializzazione “, in chiave europea. Una farneticazione? No: la proposta del capo della sinistra del Partito Socialista francese Arnaud Montebourg, candidato alla Presidenza della Repubblica e autore di un libello, suo manifesto politico: Votez pour la demondialisation!
La mondializzazione dell’economia e dei mercati sta impoverendo la Francia. La voglia di ristabilire le frontiere è tanta; secondo Arnaud il 53% dei francesi sarebbe favorevole al protezionismo ; ben il 67% nella fascia 18-24 anni e il 63% tra gli operai. Ma un socialista non potrebbe mai appiattirsi su una proposta già fatta, da tempo e contro l’ Europa, dalla destra nazionalista di Le Pen. E allora cosa si è inventato il nostro ex giovane Montebourg? Le dogane europee, barriere per le uscite dei capitali e per le entrate delle merci. Montebourg ha trovato la data di nascita della “mondializzazione”, il 1994, con la creazione dell’ OMC ( Organizzazione Mondiale del Commercio ). Il Trattato istitutivo dell’OMC, tuttavia, permette delle eccezioni al libero scambio internazionale; per esempio: le importazioni che possono danneggiare l’ambiente; o la salute delle persone e degli animali , la salvaguardia dei vegetali e delle risorse naturali esauribili. Attraverso la chiave ecologico-ambientale , si possono quindi ricostruire delle barriere di regolamentazione e di controllo. Con l’obbiettivo di “… consumare dei beni che possiamo fabbricare noi stessi in loco, senza doverli far viaggiare inutilmente per 10 o 20 mila chilometri.” (elementare Watson! Il mercato e i suoi prezzi non contano, ndr ).
Naturalmente Montebourg oltre ad una demondializzazione fatta di barriere sanitarie e ambientali , aggiunge un’altra barriera, fondamentale per un socialista: quella sociale, attraverso il rispetto delle norme sul lavoro stabilite dall’ Organizzazione dell’ ONU che si occupa della questione (ILO) ; in particolare il divieto del lavoro dei bambini e del lavoro forzato, il diritto alla presenza di organizzazioni sindacali , l’abolizione delle discriminazioni nel lavoro. Le merci (comprese le materie prime? ndr) provenienti da Paesi che non rispettano queste regole non dovranno essere accettate nel mercato europeo (naturalmente cominciando da quelle provenienti dalla Cina, dall’India o da gran parte dei Paesi arabi, africani e del sud America)
“Ma come ogni progetto europeo ambizioso, esso dovrà appoggiarsi su un accordo franco-tedesco (Europa delle Nazioni?). Certo oggi è difficile, stante una destra liberale e nazionale al Governo della Germania, finalizzata alla politica del “cavaliere solo” (come “si può vedere anche in Italia, con Berlusconi o nel Regno Unito”, sic). E’ ormai finito “il vecchio socialismo della redistribuzione” , come quello “della riparazione”. Dobbiamo mettere sotto controllo il liberismo, il libero scambio mondiale , le ragioni stesse del mercato (e cioè?) Queste, molto brevemente, alcune delle tesi e delle proposte di Montebourg . Sarebbero divertenti se discusse in un forum di giovani matricole di Scienze Economiche o Politiche. Diventano tecnicamente e politicamente infantili se presentate in un sistema socio economico e finanziario complesso, come quello francese o europeo.
Eppure nel mondo della intellighenzia gauchista francese (che si scalda ormai da quasi un anno per le prossime presidenziali del 2012), il bravo Montebourg, deputato delle campagne della Borgogna, quella del Sud (come lui stesso precisa ), fa notizia e fa anche accoliti. Questa “intellighenzia” francese sembra continuare a contentarsi di poco…