La Siria appoggia l’offensiva turca contro il Pkk

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

La Siria appoggia l’offensiva turca contro il Pkk

17 Ottobre 2007

Il presidente siriano Bashar al-Assad ha reso noto di
considerare “un legittimo diritto della Turchia” la possibile offensiva
turca nel nord dell’Iraq, per sgominare i guerriglieri curdi del Pkk.

Dalle proprie basi nel Kurdistan iracheno, il Pkk di recente ha intensificato gli
attacchi al di là della frontiera, nell’Anatolia sud-orientale.

“Sosteniamo le decisioni che il governo turco ha
inserito in agenda contro il terrorismo e le attività terroristiche”, ha
dichiarato il leader di Damasco, dopo aver conferito ad Ankara con l’omologo
Abdullah Gul.
La presa di posizione di Assad ha preceduto di poche ore il pronunciamento
dell’Assembla Nazionale, il Parlamento turco, chiamato ad autorizzare la
campagna oltre confine, come ha chiesto formalmente due giorni fa il primo
ministro, Recep Tayyip Erdogan. 

Ad Ankara si trova anche il vice presidente della
Repubblica iracheno, il sunnita Tareq al-Hashemi, in missione di emergenza per
scongiurare lo sconfinamento e l’intervento militare del potente vicino sul
territorio nazionale. Hashemi stesso ieri sera aveva avuto colloqui sia con Gul
sia con Erdogan, cui ha chiesto di concedere più tempo al suo Paese per
contrastare autonomamente il Pkk, dicendosi convinto di aver convinto gli
interlocutori.
In Siria, tradizionale avversaria dell’Iraq, esiste una minoranza di etnia
curda, sebbene numericamente più ridotta.

Dal canto suo il primo ministro iracheno Nouri al-Maliki è determinato a
sradicare i ribelli curdi del Pkk in Iraq, come ha dichiarato in un colloquio
telefonico con il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan.