La situazione in Libia vista da Tripoli
02 Marzo 2011
di Paolo
Situazione in Libia al 28/02/2011
Egregi Signori Mi chiamo Paolo, vivo a Tripoli e sono appena rimpatriato dopo le sommosse in atto nel Paese. La nostra azienda ha dei contratti in Libia per questo sono residente a Tripoli e vivo al centro, zona Gumhouria Bank. Vorrei testimoniare che nonostante le pazzie della attuale leadership libica, il 90% delle informazioni che giungono dal Paese sono completamente false. Vorrei fare presente inoltre che le dichiarazione dell’ Ambasciatore Italiano Schioppa, sono veritiere. Infatti il cimitero di Tripoli sorge sul mare e le foto fatte vedere dai giornali dell’opposizione, e non, italiani (Repubblica etc..) sono proprio vecchie foto e vecchi di normali sepolture in quel cimitero. Non è esistito nessun bombardamento della folla, sono menzogne create dai media arabi e riportate con copia-incolla dai media occidentali inclusi Italiani.
I media arabi stanno dicendo una marea di menzogne mirate con l’appoggio di elementi della diaspora libici che vivono all’estero cacciati dal Paese e da altri Paesi. Molti Paesi Arabi EU e oltreoceano hanno interesse nelle risorse energetiche libiche, posizione strategica ed infrastrutture (tutto ciò che ora è controllato dagli Italiani). A Tripoli la situazione è calma, fino a ieri tutti lavoravano, e i bombardamenti sulla folla sono propaganda pura, come propaganda pura sono le fosse comuni. A Tripoli c’e’ caos solo di notte creato da banditi ed immigrati che hanno incendiato due palazzi governativi, e naturalmente le strade sono piene di polizia e posti di blocco. Al Zawiyah e Misurata sono ancora nelle mani degli insorti solo perché le forze armate libiche non si sono ancora mosse, chi sta combattendo sono ancora le forze di sicurezza NON l’esercito libico.
Ad Est, da ciò che mi hanno spiegato i libici, la rivolta e’ iniziata da Bengasi perché è stata creata in gran parte da egiziani e miliziani africani, armati sino ai denti, incluse bande islamiche e afgani, entrati in Libia nei scorsi mesi prima che iniziasse la rivolta in Egitto illegalmente che hanno preso possesso dei palazzi di potere a Bengasi con l’appoggio di elementi libici dell’opposizione. Sono presenti illegalmente centinaia di "consiglieri" militari Britannici e USA a Bengasi già da diversi mesi. Sono state fermate carovane di auto nella zona di Tripoli, cariche di egiziani e colme di armamento ed esplosivi, bombe comprese. Al di là dei proclami, Israele non c’entra niente in questa storia, gli Israeliani hanno interesse alla stabilizzazione dell’area (Gheddafi di estremisti islamici ne ha fatti fuori a migliaia). La rivolta in Libia non c’entra nulla con quella Tunisina o Egiziana, è una pura questione di controllo delle risorse petrolifere infrastrutturali e strategiche di parte di Paesi Eu e oltreoceano appoggiati da una parte di Paesi Arabi a scapito nostro.
Se mi permettete di commentare, teniamo presente che con la propaganda che stanno facendo in giro per il mondo (con l’appoggio in Italia della opposizione che lo fa per avere vantaggi elettorali interni , e perdite enormi per il sistema Italia) il gioco è chiaro, cioè togliere la Libia all’Italia, quindi a “ENI” , “Impregilo”, "Astaldi", “Unicredit”, “Finmeccanica” e “migliaia di altre aziende”, (parliamo di contratti per commesse in corso in Libia per Miliardi di Euro, oltre a miliardi di euro investiti dai libici in Italia) per accaparrarsi il petrolio libico, le infrastrutture, e la posizione strategica., tutto ciò a scapito dell’Italia e con evidente rischio di derive islamiche nel Paese.
Quindi i “vantaggi” da questa storia, se altri Paesi dovrebbero prendere il controllo delle risorse Libiche : 1) Migliaia di immigrati (quindi miliardi di euro di costi e problemi inimmaginabili ); 2) Azzeramento dei miliardi di euro di contratti siglati da grandi e piccole aziende in Libia ; 3) Disinvestimento dei miliardi di euro libici in Italia ; 4) Perdita di controllo dei pozzi petroliferi da parte di Eni e quindi chiunque ne prenda il controllo ci farà pagare prezzi molto più alti su petrolio e gas ; 5) Migliaia di ore in più di cassa integrazione ; 6) Migliaia di posti di lavoro persi. 7) Rischio di rivolte pure in Italia. Speriamo che nonostante lo schifo dell’opposizione interna italiana e le pressioni internazionali di chi vuole accaparrarsi la Libia, a prescindere dalla caduta dell’attuale leadership libica, che siano essi pazzi, idioti o no,comunque ci hanno economicamente salvato e speriamo che il Governo attuale Italiano, al di là dei proclami di facciata di Frattini,riesca a tenere e non succeda come in Iraq. In Libia il sistema Italia ha molto più da perdere.