La Spagna si dimentica del genocidio di Stalin

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La Spagna si dimentica del genocidio di Stalin

11 Marzo 2010

In Ucraina la parola Holodomor vuol dire “infliggere la morte per fame” e si riferisce alla grande carestia che colpì il Paese fra il 1930 e il 1932. Gli storici concordano sul fatto che a causare quella immane tragedia – da 3,5 a 7 milioni di morti, a seconda delle ricostruzioni – non furono le avversità della Natura, ma la sciagurata politica di collettivizzazione forzata delle campagne imposta da Stalin. E’ notizia dei giorni scorsi che il Partito socialista spagnolo ha bloccato una iniziativa parlamentare che avrebbe obbligato i professori a insegnare quali furono i crimini del dittatore sovietico.

Non sono solo gli storici a concordare sul mandante morale e materiale dell’Holodomor. La proposta di riscrivere i testi scolastici in modo da far rientrare la grande carestia ucraina fra i grandi genocidi del XX secolo, come quello del popolo ebraico o in Ruanda, viene dall’Unesco, ed è stata recepita dall’Unione Europea, dal Canada dall’Australia e dall’Argentina.

I socialisti spagnoli la pensano diversamente per due ragioni. Da una parte si giustifica Stalin tirando in ballo la “dekulakizzazione” delle campagne, gli espropri dei kulaki, i piccoli e grandi proprietari terrieri. In realtà in Ucraina la collettivizzazione non fu rivolta solo contro i kulaki ma contro la gente comune, e riesumare la lotta di classe per giustificare i crimini di "Baffone" è un’operazione che la dice lunga sulle rimozioni del socialismo spagnolo e sulla sua incapacità di giudicare a mente fredda la storia del Comunismo. Ci si chiede spesso perché la sinistra e la socialdemocrazia europea siano alle corde, in declino elettorale e senza identità. La risposta è questa incapacità di liberarsi dal pantheon comunista. In Spagna non siamo ancora alla riabilitazione di Stalin, come sta accadendo in Russia, ma posizioni come quelle PSOE sui libri scolastici dovrebbero preoccuparci. 

C’è poi una seconda ragione per cui i socialisti hanno disertato la richiesta dell’Unesco. Sono convinti che non debba essere lo Stato a decidere cosa scrivere nei manuali scolastici, ma la “comunidad educativa”, nozione piuttosto vaga che oltre agli storici di professione comprende anche i professori e gli insegnati. Ebbene, non sappiamo esattamente quale sia la situazione nelle scuole spagnole, ma proviamo a fare un parallelo con l’Italia. Che cosa farebbe uno dei tanti professori "de sinistra" che intasano le nostre aule scolastiche, se uno studente gli chiedesse lumi sull’Holodomor – per quanto sia una eventualità remota? E’ stato un genocidio oppure no?