La spina nel fianco dei centristi si chiama Ferrara

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La spina nel fianco dei centristi si chiama Ferrara

18 Febbraio 2008

I piccoli partitini di centro ex
democristiani sono costretti al centro come in un angolo. Non è stata una loro
scelta strategica, né questa collocazione è frutto di un disegno culturale di
ampio respiro. Anche eventuali – e assolutamente necessari, per loro –
accorpamenti o unificazioni tra Rosabianca, Udc ed Udeur, avrebbero comunque il
sapore del darsi una mano tra reduci, dell’aiutarsi a cercare un mezzo di
fortuna da parte di chi ha perso il treno, della volontà di rimanere legati ad
una identità passata per lucrare una supposta rendita di posizione. Il colore
“bianco”, lo scudo crociato, il campanile sono tutti simboli che si rifanno
alla democrazia cristiana, al popolarismo delle autonomie locali e, più in
generale, al cattolicesimo popolare. Ma è proprio questo il punto oggi di
maggiore debolezza. Forme molto diffuse di cattolicesimo popolare – che è
qualcosa di diverso dal cattolicesimo democratico – si trovano anche ed in gran
numero in altri partiti, soprattutto nel Pdl. Casini ha affermato che il suo
partito punta sull’identità cristiana e sui temi etici. Ma ambedue questi
valori sono molto cari anche ad altre compagini del centrodestra e in
particolare al Pdl in via di costituzione. Non solo quindi dal punto di vista
elettorale e politico, ma anche da quello della strategia culturale, i partitini
di centro sono ridotti in angolo.

Non si sa ancora se partirà la
lista per la moratoria per l’aborto di Giuliano Ferrara, ma se partirà sarà un
ulteriore danno per i partiti ex democristiani. Proprio ad essi la lista per la
moratoria procurerebbe i guai peggiori, che come sempre sono quelli
qualitativi, relativi alla propria identità. Casini e Mastella hanno sempre
pensato di costituire una garanzia a tutela della famiglia e della bioetica ed
in parte ciò è avvenuto, pur tra molte contraddizioni. Mastella, per esempio,
si era dichiarato pronto ad uscire dal governo nel caso fosse stato approvato
il pacchetto-sicurezza che conteneva la famosa mozione antiomofobia inserita
furtivamente nel testo originario, senza essersi chiesto prima, però, che altro
ci fosse da aspettarsi da un governo con quelle premesse culturali. Ammesso che
quei partiti abbiano rappresentato un argine alle derive relativistiche in
materia di famiglia e di bioetica, bisogna però riconoscere che non hanno
abbondato in decisione e coraggio, non hanno mai intrapreso delle battaglie
culturali su questi temi, sono stati sempre piuttosto tiepidi, agendo di
rimessa e non per propria iniziativa, stoppando qualche palla dell’avversario
ma non andando mai all’attacco. E su questo hanno costruito una presunta
rendita di posizione, che ora sia il Pdl sia la lista per la moratoria stanno
togliendo loro. Non è detto che il Movimento per la Vita di Carlo Casini faccia
ancora riferimento all’Udc, né il Forum delle Associazioni famigliari. Non c’è
motivo per cui il popolo del Family Day
segua in politica Savino Pezzotta. Vada o non vada, la lista per la moratoria
ha un carattere di battaglia culturale che i presunti tutori di questi valori,
ossia i partitini di centro ex democristiani, non hanno mai messo in piedi. %3C/p>

Se poi la lista per la moratoria
per l’aborto trovasse un accorpamento dentro il Pdl, come in questo momento
sembra improbabile ma non ancora impossibile, lo schiacciamento dei partitini
ex democristiani sarebbe ancora più netto. E ancora una volta non mi riferisco
tanto ad uno schiacciamento elettorale, ma culturale e di prospettiva politica.
Si comprendono le motivazioni che sembrano ostare questo accorpamento: un unico
partito collegato solo con partiti territoriali come la Lega o il Movimento
autonomista siciliano non può poi accoglierne altri se non rinnegando questa
sua vocazione maggioritaria. Però nel caso della lista per la moratoria si
tratterebbe non di un partito ma di una lista “single issue”, monotematica.
Perché la distinzione “territoriale” non andrebbe allargata anche ad una
“territorialità culturale”, cioè ad una lista che si installa non in una
regione ma su un tema, per di più un tema importante per la cultura del Pdl?