La “sporca dozzina” che ha tolto il sonno al Presidente Obama

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

La “sporca dozzina” che ha tolto il sonno al Presidente Obama

29 Aprile 2010

Ti levi al mattino di buon ora, dopo le preci buone e giuste sorbisci il tuo sacrosanto primo di molti caffè della giornata, il BlackBerry che hai appena acceso si mette a trillare come stizzito per alcuni interminabili minuti, onde scaricare le decine di e-mail giunte quand’eri off-line giacché nel tempo della globalizzazione il fuso orario proprio non perdona, e così t’imbatti, cornetto in mano, nelle nuove mattutine di Time. La curiosità, che non è affatto solo femmina, ti trascina allora su un take che ti rendi conto non puoi proprio bucare: quella sporca dozzina di nomi, fra persone e ambienti, che i Democratici al potere negli Stati Uniti faranno di tutto per demonizzare da qui a novembre, data di elezioni cruciali di medio termine.

È il pensierino del giorno di Mike Halperin, il puntuto opinionista che su Time cura la rubrica The Page: Politic Up tot the Minute, inseguendo il “graal” del giornalista rampante odierno: essere il primo, battere il tempo stesso, anticipare e-mail, sms, mms, YouTube, Twitter, Facebook e compagnia cantante, senza, ovvio, mai riuscirci. Però Halperin il suo lavoro lo fa bene. Lo fa bene giacché riesce a unire informazione e ironia, evitando quella iattura che penetra fra le ossa di tutti sotto il nome d’infotainment e adoperando le punture in vece delle articolesse. Ecco dunque la lista di Halperin, e la lettura del sottoscritto.

Oggi l’incubo degli obamiani già in campagna elettorale sono:

– i dirigenti della Borsa di New York: fra stimoli all’economia, clisteri di statalismo e iniezioni letali allo spirito d’intrapresa che la Obanomics ha messo costosissimamente in campo attingendo alle tasche dei cittadini, il primo Democratico che arringherà le folle anche solo sfiorando il tema della “crisi finanziaria” verrà probabilmente preso a pedate mica dai CEO, ma dai padri di famiglia che fan fatica a pagare le utenze e i mutui di fine mese, e se per caso invece dei padri di famiglia incontrerai le madri sarà pure peggio;

– i Repubblicani ostruzionisti al Congresso: solo loro, certo, giacché vi sono invece pure degli altri Repubblicani più arrendevoli e easy-going. Ma la grande rivolta di popolo che da mesi infiamma pacificamente gli Stati Uniti ha ricordato al Partito Repubblicano che là fuori c’è un elettorato enorme e arrabbiato che non manderà giù alcuna riforma arrogante e costosa, infingarda e immorale, della cosa pubblica, a cominciare da quella della Sanità, Sanità che già negli USA esiste, costa anche ma pure funziona, e di suo consente già troppo a quell’aborto legale che milioni si taxpayer aborriscono e le cui provvisioni oggi la Casa Bainca vorrebbe ampliare surrettiziamente.

– Le compagnie di assicurazione. Vedi il punto precedente: a rimetterci grosso con la riforma della Sanità è un mondo davvero potente che non mollerà facilmente l’osso.

– Poi c’è la stampa, quella che, dopo avere firmato cambiali di osanna in bianco all’antico Obama in corsa per la Casa Bianca, oggi si rende perfettamente conto della figuraccia fatta, ma soprattutto del danno commesso. Ho spaiato la sequenza della lista di Halperin e ho raggruppato le voci relative al mondo dell’informazione:

– Fox News, e per evidenti motivi, visto che quel canale è da tempo la punta di diamante dell’antiprogressimo, assieme, ovvio, all’ultima entry dell’elenco di Halperin:

– Rush Limbaugh, cioè il commentatore radiofonico che si è fatto di tutto per travolgere, zittire, sbugiardare, ma che invece tuona ora e sempre non sbagliando un colpo. Epperò, dopo le testate schierate, Halperin aggiunge subito, sardonico, pure il resto bipartisan del mondo, ovvero:

– i (rimanenti) media. Non c’è più Destra o Sinistra, insomma, nell’informazione statunitense di oggi, la quale sa dov’è finito il Paese e ne teme le conseguenze, ivi compreso pure forse lo stesso Time da cui snocciola Halperin.

Tocca quindi alla politica, e allora a:

– Sarah Palin: che non è morta, non si è persa, non è vinta, sta tornando, ne vedremo delle belle (oltre a lei), con lei e con l’altro frontman Repubblicano dato anzitempo per defunto e invece in costante ascesa nei gradimenti popolari, vale a dire:

– Mitt Romney, seguito dal vecchio

– Dick Cheney: i denari che il radicato Romney e il potente Cheney sanno mettere politicamente assieme spaventano le Sinistre, soprattutto dovessero quei portafogli gonfi saldarsi con

– Certi interessi particolari di Washington, ovvero quell’intreccio fra economia e politica, che scandalizza solo le anime belle dagl’immondi scheletri negli armadi, il quale oggi ha tutto da perdere con un establishment a regia Democratica che ha già venduto tutta le vecchia buona retorica geopolitico-culturale dell’“interesse nazionale” a quell’idea “postamericana” che sulle rive del Potomac proprio ancora non va giù.

Infine, ecco il colpo di grazia di Halperin, dove la contingenza lascia sublimemente luogo a considerazioni di vasto respiro e l’arguzia cala la pietra tombale del destino sul gotha del mondo liberal:

– il passato, infatti, e suo cugino

– lo status quo rovineranno i Democratici obamiani.

La storia da cui essi provengono è quella nota a tutti gli americani e da tutti gli americani già mandata più volte a casa. Ora che, dopo i minuetti da campagne elettorali, Barack Hussein Obama e i suoi (fra cui primeggia Hillary Clinton) hanno gettato la maschera, la loro ideologia sempre più antiamericana nel voleri riciclare come postamericana ne decreterà la fine. E il pantano stagnante in cui hanno intubato la nazione americana ma per di più se stessi, inibiti come sono dai passi goffi che tentano sopra un terreno fatto di buche, falle e trabocchetti, li spazzerà. Ameno così dice Time. Sarebbe bello se avesse ragione.

Marco Respinti è il Direttore del Centro Studi Russell Kirk