La statua della Madonna? Se non la togliete di mezzo, cento euro di multa al giorno
03 Gennaio 2017
Può un comune della Francia erigere una statua della Vergine Maria in un parco pubblico? La risposta corretta è… “decisamente no”. Lo ha stabilito un tribunale amministrativo francese in risposta all’iniziativa del sindaco di Publier, un paesino di qualche migliaio di anime al di là delle Alpi.
Al povero primo cittadino sono stati concessi tre mesi di tempo per rimuovere la statua; se il comune non lo farà, scatterà una multa di 100 euro al giorno finché la statua non sarà tolta di mezzo. Si vuole far rispettare la legge nella laicissima Francia, obietterà qualcuno, in conformità con le normative dell’inizio del secolo scorso sulla separazione tra Stato e Chiesa, che vietano qualsiasi simbolo religioso su monumenti o spazi pubblici.
Il sindaco di Publier ha tentato allora di privatizzare il pezzo di terra dove si erge la statua della Madonna, ma il progetto di compravendita è stato respinto dal giudice. Senza perderci nei meandri degli azzecarbugli, semplicemente questa vicenda illustra molto meglio di altre il problema della difesa dell’identità storica, culturale e religiosa di una nazione, e dell’Europa. Un continente alla prese con ideologie fallite nei fatti ma ancora onnipresenti. Come il multiculturalismo, il cosiddetto ‘melting pot‘: una perversa idea di accoglienza per cui bisogna tutelare e difendere fedi, usi e costumi altrui, ma guai a preservare i nostri.
Negli ultimi anni, alla faccia della separazione dei poteri tra Stato e Chiesa, la diffusione dell’islam – vedi le moschee salafite in Germania – ha contribuito a modificare le regole del gioco: l’invasione degli spazi pubblici, nelle scuole, nelle università, nelle aziende, le polemiche dell’estate scorsa sul burkini in Francia, gli alimenti leciti e illeciti, le corti di giustizia all’insegna della Sharia in Gran Bretagna, sono tutte cose passate in cavalleria nell’Europa “laica” che vieta di costruire statue della Madonna e chiude le chiese.
Basta leggersi l’ultimo romanzo di Michel Houellebecq per capire di cosa stiamo parlando. Si è pensato di pacificare ogni “discriminazione” buttando tutto nello stesso calderone e si è finito solo per sottomettersi (“Sottomissione” è il titolo del romanzo dello scrittore francese) a un sistema di regole imposte per non turbare la suscettibilità delle comunità che si sono insediate nel Vecchio continente; ma alla sensibilità della comunità cattolica qualcuno, ogni tanto, ci pensa? Oppure davvero dovremo accettare il fatto che il cristianesimo divenga un fatto sempre più privato, mentre si abbattono le statue della Madonna in un rigurgito laicista?
E mentre altri occupano esattamente i luoghi da cui ci ritiriamo, in nome di questa vuota idea di secolarismo.