La strage di Itamar, la bomba di Gerusalemme, la guerra a Israele
23 Marzo 2011
Passati solo pochi giorni dal vile massacro di Itamar, ieri nel primo pomeriggio, un momento della giornata in cui i mezzi pubblici sono normalmente molto affollati, una forte esplosione causata da una bomba è avvenuta nei pressi di una fermata d’autobus a Gerusalemme. L’ordigno si trovava in una borsa e ha provocato un morto e trentanove feriti, immediatamente trasportati nell’ospedale di Hadassah dal Jerusalem Convention Center. Secondo il ministro della Sicurezza interna, Yitzhak Aharonovitch, la bomba di quasi due chilogrammi era collegata a un traliccio della linea telefonica. Le immagini delle tv mostrano un autobus con i finestrini in frantumi e scie di sangue sul pavimento dell’automezzo.
Eli Bin, direttore del servizio ambulanze della Magen David Adom, ha riferito all’Army Radio: “Le vittime stavano in piedi alla fermata dell’autobus o nelle vicinanze quando il dispositivo è esploso”. Shlomo Steiner, invece, dipendente della stazione centrale degli autobus a Gerusalemme, è stato testimone diretto dell’esplosione e al quotidiano Yedioth Ahronoth ha dichiarato: “Ho sentito un colpo forte. Ho guardato fuori dalla finestra e ho visto del fumo salire; poi ho visto uno studente di una yeshiva con le gambe in fiamme mentre della gente cercava di aiutarlo a spegnere il fuoco: era tutto molto spaventoso”.
La zona dell’incidente è stata isolata e la polizia ha definito l’esplosione un "attacco terroristico" anche se tuttora non ci sono state rivendicazioni del primo episodio del genere a Gerusalemme da sette anni a questa parte. Questo non significa che il terrorismo di origine palestinese (nonostante le condanne a posteriori del sempre più debole Abu Mazen) sia scomparso, infatti, molti degli attentati estremistici costantemente sventati spesso non raggiungono le pagine dei quotidiani internazionali: a novembre, ad esempio, trovandomi in Israele sono stato testimone diretto del rinvenimento di un’automobile, sempre a Gerusalemme, riempita con quattro chili di esplosivo e pronta da far saltare in aria. La stampa internazionale non ne riportò nessuna notizia.
Tornando all’attentato compiuto ieri nella capitale dello Stato ebraico vediamo che l’esplosione coincide con un aumento delle violenze lungo il confine tra Israele e Gaza da dove sono stati lanciati, solo da inizio 2011, più di cinquantaquattro missili e ben cinque negli ultimi giorni. Per questo motivo il vice premier israeliano, Silvan Shalom, proprio nella giornata di ieri a proposito della recrudescenza degli attacchi e degli incidenti al confine con la Striscia di Hamas dichiarava all’Army Radio: “Israele potrebbe dover considerare una nuova offensiva contro Gaza se continuerà il lancio di missili sulle città israeliane anche se mi rendo conto che una cosa del genere di certo degraderebbe la situazione regionale, rendendola ancor più infiammabile”.