La stretta sul Superbonus 110% fatale per le PMI
26 Giugno 2022
I dati di CNA sono chiari: 33mila imprese e 150mila posti di lavoro sono a rischio a causa della normativa sulla cessione del credito. Il governo ha messo sul piatto regole eccessivamente rigide sulla trasferibilità, quindi sulla reale esigibilità, dei crediti fiscali. La loro cessione a banche, CDP e Poste è diventata così complicata da essere bloccata. Secondo la Cgia sono più di cinque i miliar di di crediti fiscali per bonus edilizi in attesa di accettazione, di cui quattro per sconti in fattura o prime cessioni.
Superbonus: altro che ripresa, altro che frodi
Il risultato? Le imprese hanno anticipato ingenti somme, impossibili da recuperare, mentre la liquidità sta scomparendo. Hanno fatto l’errore di fidarsi dello Stato. Il paradosso è che un provvedimento nato per favorire la ripresa di un settore in difficoltà si sta trasformando in un cappio al collo.
L’Agenzia delle Entrate ha diffuso i dati sulle frodi relative ai bonus edilizi. Si parla di 5,6 miliardi di cui circa la metà riguardano il bonus facciate e solo il 3% riguarda il Superbonus 110%. Dimostrazione che chi ostacola questo strumento lo fa in modo ideologico, non certo per motivi di legalità. Non a caso, sono molti gli operatori del settore che chiedono al governo di non lasciare sole le imprese.
Stefano Crestini, Anaepa Confartigianato
Stefano Crestini, presidente di Anaepa Confartigianato, rappresenta circa 40mila imprese che danno occupazione a 190 mila dipendenti. “Gli imprenditori – spiega – hanno creduto nelle disposizioni del governo per far ripartire l’economia, annunciate nel maggio 2020 in piena pandemia, hanno investito, hanno lavorato e ora non possono incassare.”
Crestini, poi, ricorda le scadenze fiscali: “entro il 30 giugno occorre pagare le tasse su tutti i lavori fatti nel 2021. A novembre ci sarà da pagare l’acconto di imposta sul 2022 in base al fatturato dell’anno precedente. Sta per esplodere una bomba sociale”, conclude il presidente di Anaepa Confartigianato.
Matteo Pezzino, presidente degli edili siciliani di Confartigianato e di Sos Imprese
“La situazione è drammatica, alcune imprese hanno già chiuso, molte altre stanno per farlo”, dichiara Matteo Pezzino. “Non comprendiamo – sostiene polemicamente – come il governo sia sordo e incapace di constatare una simile situazione”.
Poi avverte: “gli imprenditori chiedono cosa devono fare per non cadere in mano agli strozzini, che sono pronti a proporre prestiti a tassi apparentemente simili a quelli delle banche pur di penetrare in azienda e prenderne poi il controllo”.
Pierluigi Fusco, imprenditore di Geim Spa sul Superbonus
Fusco opera tra Caserta e Roma con Geim Spa, impresa edile, e spiega che i bonus hanno avuto la funzione di “moneta elettronica fiscale che faceva girare il settore”. “Poi – si lamenta Fusco – i decreti hanno strozzato multi-cedibilità e multi-frazionabilità dei crediti”.
L’imprenditore spiega che “a gennaio le imprese si sono messe in fila alle banche, che hanno favorito solo i clienti più grossi e storici a danno degli altri”. Peccato che, adesso, anche le banche abbiano esaurito i budget. “Il governo doveva concedere un regime transitorio prima di varare nuove regole sui cantieri già iniziati. Ci sono aziende che hanno raddoppiato i capannoni e assunto decine di persone per sostenere la crescita della domanda del settore e oggi rischiano di saltare”, conclude Fusco.