“La successione? Sarà come il gollismo dopo De Gaulle”
05 Maggio 2011
Il "dopo" è ancora lontano, la nomination di Tremonti è fisiologica "visto il ruolo che ha", ma quando finirà la stagione berlusconiana, la successione è qualcosa che dovrà essere discussa assieme al "partito e a tutto il gruppo dirigente del Pdl". Gaetano Quagliariello – vicepresidente dei senatori del Popolo della libertà, il personaggio emergente dai gruppi parlamentari – non esorcizza il tema della successione.
Berlusconi parla sempre più spesso del dopo. Curioso, ammetterà?
A Berlusconi viene spesso chiesto cosa accadrà "dopo" e lui è costretto a dare una risposta anche per dimostrare di non essere eterno. Ma la vera partita che stiamo giocando è un`altra: condurre in porto la legislatura, come in tutte le democrazie normali. Anche se c`è qualcuno che vuole impedirlo.
Chi vuole impedirlo? Anche gli alleati della Lega?
Assolutamente no. Il vero spartiacque è stato il giorno in cui il Lodo Alfano è stato dichiarato incostituzionale. La legislatura può dividersi in due parti: il prima e il dopo quella decisione. Senza lo scudo si è aperta l`ipotesi di una caduta traumatica. Ma sarà alla fine della legislatura che il Presidente esprimerà un giudizio sulla propria vita, deciderà se vuole continuare a dare un contributo al bene comune. Oppure se si debba passare la mano.
Oramai con una certa frequenza, Berlusconi indica possibili successori. Ora è la volta di Tremonti: è la volta buona?
È una cosa che sta nei fatti: Tremonti, anche per il ruolo che ha, è uno dei più accreditati in una eventuale, futura successione. Ma quando mai sarà, dovrà esserci un’espressione della classe politica e del partito. Questo è un passaggio che non si potrà evitare.
Quindi non ci sarà un successione dinastica?
Il contesto del "dopo" non potrà che essere diverso dalla situazione attuale. Berlusconi è stato – ed è – una personalità eccezionale, il fondatore di un nuovo corso della politica. Lui ha cambiato la storia politica italiana, è il leader carismatico del Pdl ed è evidente che non si può trovare un sostituto di Berlusconi.
Se un leader così è irripetibile, si può immaginare come sarà il nuovo centrodestra?
Nel "dopo", il nuovo premier dovrà avere sotto di sé una squadra con degli equilibri. Sarà come nel gollismo: il gollismo con De Gaulle è stato una cosa, senza è stato un’altra cosa, completamente diversa. Esattamente come in Francia: il più tardi possibile, ma esisterà un berlusconismo senza Berlusconi.
Berlusconi ha fatto una distinzione tra premiership e leadership. Immagina forse che un domani, magari da capo dell`opposizione, sarebbe più difficile restringere la sua libertà personale? Nel 1996, proprio restando leader del Polo, lui evitò di finire in carcere?
Senza dubbio. Ma questo discorso riguarda la democrazia in Italia e anche per questo Berlusconi deve restare ancora a lungo. Esisteva un equilibrio tra politica e giustizia di cui faceva parte l`immunità parlamentare. Il contrappeso è caduto, l’autonomia della magistratura è diventata-irresponsabilità.
Continuare a snocciolare nomi come possibili successori, indirettamente non conferma l’esistenza di un problema?
Lui risponde a delle domande, ma fa bene a non sottrarsi. Berlusconi non deve dare il senso di essere fuori dal tempo. Ma sa che se oggi si facesse un referendum nel Pdl, il 99.9%, compresi Tremonti e Alfano, gli chiederebbe di continuare.
Per Berlusconi i sondaggi aiuteranno. Tremonti è ben classificato, ma come ministro. Per fare il capo di uno schieramento servono doti comunicative…
Impossibile giudicare qualcuno prima di metterlo alla prova. Quando si cambia ruolo, si accetta il salto nel vuoto.
(tratto da La Stampa)