La supercazzola di Travaglio, un Fatto (ormai quasi) quotidiano

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La supercazzola di Travaglio, un Fatto (ormai quasi) quotidiano

07 Marzo 2012

Errare è umano, si sa. Una realtà – quella di essere un comune mortale e sbagliare – che Marco Travaglio digerisce a fatica.  

Il fatto (non quotidiano) ma travagliesco è presto detto: lui che con cifre e dati si è costruito la fama di distruttore, stavolta si è demolito con le sue stesse parole e la rete grida alla supercazzola. Il velenosissimo giornalista di Servizio Pubblico è finito sul banco degli imputati per aver fatto recentemente una serie di errorini numerici sulla questione Tav, sbrodolati durante la puntata di giovedì scorso della trasmissione di Santoro.

Primo tema del suo consueto monologo è stato il volume del traffico merci tra Italia e Francia. Travaglio sicuro di sé argomentava: “Basta dare un’occhiata ai dati del traffico merci tra l’Italia e la Francia che, salito fino al 2000, da allora è colato a picco”. E citando – fonte alla mano – l’ufficio federale dei trasporti svizzero, aggiungeva che “nel 2000 viaggiavano 8 milioni di tonnellate di merci, oggi ne viaggiano due e mezzo”. Ecco la prima supercazzola: tutti i numeri forniti dall’editorialista de Il Fatto erano sbagliate. Basta “dare un’occhiata” – citando il caro Marco – ai dati Istat: i milioni di interscambio tra Francia e Italia nel 2011 sarebbero 33, quindi rispetto al 2009 quasi 3 milioni di tonnellate in più.

Il soliloquio continuava e il secondo scivolone era già pronto dietro l’angolo. A questo giro, a tradirlo è la geografia. Il giornalista spiegava che “ormai il grosso passa dal Gottardo e dal Brennero”. Ma i valichi in questione, stavolta cartina alla mano, si trovano da tutt’altra parte rispetto al confine francese. Non è che il nostro maestrino dalla penna rossa si stava per caso riferendo al Monte Bianco e il Frejus – che peraltro secondo la Sitaf ha registrato nell’ultimo anno un incremento dei passaggi di mezzi pesanti?

E se non c’è due senza tre, ecco che arrivava la terza supercazzola del pippone travagliesco: “Il vecchio treno diretto Torino-Lione è stato soppresso”, tuonava il fido giornalista di Santoro. L’errore è clamoroso e i contestatori hanno immediatamente gridato allo scandalo. Come dargli torto. Visitando infatti il sito della Tgv francese, si può notare come ogni giorno per la tratta Torino-Lione partano ben sei treni, tre per l’andata, tre per il ritorno. Insomma, Travaglio sembra proprio essersi affezionato al celebre “teorema di Antani” di Amici miei.

Ma a denunciare le “ spettacolari cazzate” – come le definisce lui – di Travaglio, prima di blog e social network, ci aveva pensato Filippo Facci che una settimana fa, dalle colonne di Libero, additava una serie di improbabili affermazioni sulla giustizia presenti nell’editoriale “Scemi di guerra” pubblicato sul Fatto Quotidiano del 28 febbraio scorso. Insomma ci pare che da un po’ di tempo a questa parte a fare “una supercazzola dopo l’altra”, non sia solo la politica – come faceva notare Travaglio stesso durante il monologo di giovedì scorso –, ma anche quel giornalista “che non deve chiedere mai”.