La tassa sul lusso è incostituzionale

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La tassa sul lusso è incostituzionale

15 Giugno 2007

Il documento è ufficiale, c’è il simbolo della Repubblica Italiana e appena sotto la scritta “Ministero dell’Economia e delle Finanze”. Quattro pagine in tutto, datate 13 giugno 2007. Quattro pagine in risposta all’interrogazione urgente presentata in commissione Bilancio dai parlamentari azzurri Salvatore Cicu, Giuseppe Cossiga, Giovanni Marras e Piero Testoni. L’ormai celebre tassa sul lusso pensata, voluta, imposta dal governatore della Sardegna, Renato Soru, è incostituzionale.

Secondo il Ministero guidato da Tommaso Padoa Schioppa (TPS) in riferimento alla legge finanziaria regionale 2006 e 2007 “l’introduzione dei nuovi tributi regionali: imposte regionali sulle plusvalenze dei fabbricati adibiti a seconde case, l’imposta regionale sulle seconde case adibite ad uso turistico e l’imposta regionale su aeromobili ed unità da diporto, non appaiono in sintonia con le previsioni costituzionali. In assenza di un intervento-quadro statale, la Regione Sardegna, non avendo una competenza esclusiva e piena in materia tributaria, non ha la facoltà di istituire nuovi tributi”.

L’immagine turistica della Sardegna è salva, forse. Va peggio sul fronte politico. Le bizze presidenziali, che hanno costretto l’Assemblea regionale a tassare i turisti per due anni consecutivi, espongono un’intera classe dirigente al ludibrio delle istituzioni. In merito, il parere dell’Ufficio del Coordinamento Legislativo del Ministero dell’Economia e delle Finanze è chiaro: si è “in contrasto anche con l’art. 120 della Costituzione, legato al transito tra le Regioni, nonché come ostacolo alla libera circolazione delle persone”. E per non privare l’isola della ribalta internazionale, Soru, ha concepito la tassa sul lusso – come per altro sottolineato un anno fa dal Sole 24 Ore – fuori linea rispetto “ai principi posti a presidio del diritto di circolazione delle persone e del diritto di stabilimento previsti dagli articoli 18, 39, 43 e 44 del Trattato CEE”.

L’ulteriore aggravante è la natura recidiva del promotore della gabella: “La parte relativa ai nuovi tributi istituiti dalla Regione – si legge in chiusura del documento presentato dal Ministero del Tesoro ai deputati di Forza Italia -, sembra presentare taluni vizi di legittimità analoghi a quelli della legge per il 2006”.

Il Governatore non ha tenuto conto dell’incostituzionalità lo scorso anno, e non l’ha fatto oggi. E a farne le spese sono stati sindaci e associazioni di categoria, con i flussi turistici medio-alti che hanno subito un vero e proprio picco verso il basso del volume d’affari dei porti e del cosiddetto indotto. Puntualmente tutto ciò è accaduto. Ora il gabelliere è stato gabbato dallo Stato. Piccola consolazione, perché il ricorso e l’eventuale dichiarazione di incostituzionalità della tassa sul lusso non saranno brevissimi. Insomma, mano al portafoglio per fare le vacanze in Sardegna. Ma senza protestare troppo: abbronzarsi è (ancora) gratis!