La terza volta di Angela
04 Dicembre 2006
Come laureata in fisica vi dico che le ali danno la spinta […] Come politica vi dico che questo però riesce solo se le ali non si contrastano […]
A. Merkel, Dresda 2006
A Dresda, lo scorso 27 novembre il XX congresso dell’Unione cristiano-democratica, ponendo così fine alle tante polemiche che l’avevano preceduto, ha rieletto per la terza volta consecutiva Angela Merkel come presidente del suo partito (1). Data per fragile prima del congresso della CDU, la sua elezione seguita da cinque minuti di standing ovation fa ricredere tutti i suoi avversari, tutti o quasi!
La rielezione ad un anno di governo di Grosse Koalition con il 93 per cento dei voti congressuali, (rispetto al 95,9 per cento in occasione della sua prima investitura al congresso di Essen nell’aprile 2000 ed alla sua seconda rielezione al congresso di Düsseldorf nel dicembre 2004) suona come una sonora promozione della sua strategia politica (2). Un voto che riafferma la sua leadership considerato che per la rielezione alla massima carica esecutiva del partito non erano state avanzate altre candidature. Con la frase, «un saluto da Angela Merkel», si sono aperti i lavori del congresso che hanno visto il cancelliere prima confrontarsi con il suo sfidante, il “Robin Hood rosso” Rüttgers, governatore regionale del Nordreno Vestfalia (e capofila della corrente solidarista del partito che vanta la vittoria in un Land tradizionalmente socialdemocratico) poi accogliere – quasi in segno di pace – le sue richieste di accordare al lavoratori con molti anni di contributi un assegno di disoccupazione più lungo (3). In un discorso di circa 65 minuti – «stiamo compiendo molti piccoli passi nella giusta direzione e possiamo riportare la Germania sulla via del successo, la mediocrità è inaccettabile» – coronato da un applauso finale di quasi 10 minuti, Angela Merkel ha mantenuto le promesse del suo annunciato Reformkurs interno al partito, difendendo a tutto campo l’azione del suo governo dalle critiche di coloro che, dentro e fuori della CDU, vedono logorarsi l’ispirazione riformatrice della Grosse Koalition<%2Fem> (4).
Nel suo discorso Merkel pur rivolgendosi alla corrente liberista che crede ancora nella piattaforma programmatica presentata nel 2003 al congresso di Lipsia ha riaffermato che «la Cdu resta un partito di centro che non fa politica per tutti e – guai a rinfocolare le guerre intestine – perché – le correnti nel partito fungono da motore, ma solo se non si contrastano» (5). Per tenere insieme le correnti che dividono il partito, Merkel ha dovuto rinunciare a dare una direzione alla CDU (6). Il messaggio volto all’unità del partito che ha raggiunto una platea di 1001 delegati riguarda anche la centralità dell’economia sociale di mercato di matrice erhardiana. La Merkel ha ricordato l’esigenza di un suo rinnovamento riordinando le priorità dell’azione politica in base «alle esigenze delle future generazioni» (7) e alla luce del quadro internazionale caratterizzato dall’esplosione demografica in Asia e dalla corsa mondiale alle fonti energetiche: «è vero che giustizia sociale vuol dire lavoro per tutti ma l’economia non può essere pensata in termini nazionali, deve esser concepita nel quadro della globalizzazione» (8). La Merkel ha affrontato anche la questione della nuova questione sociale che esige la ricerca di «nuove vie per una maggiore giustizia partecipativa». In questo contesto si inserisce la mozione congressuale per la partecipazione dei dipendenti alla proprietà delle imprese attraverso un «salario d’investimento» promosso con incentivi fiscali.
I commenti della stampa tedesca all’indomani del congresso lodano la Merkel per aver unito l’anima riformatrice con quella sociale in una formula che però non lascia prevedere le scelte future. Concluso il congresso le sfide che attendono la Merkel in politica interna sono ora due. Da un lato trovare un accordo con la Spd e convincere imprenditori e sindacati, la seconda porre fine all’emorragia di voti. Da quando è al governo la CDU è in calo di iscritti: a fine ottobre erano 559 mila, il livello del 1974. Per cercare nuove forze si è affidata ad una nuova campagna pubblicitaria indirizzata ai giovani. Sui manifesti compaiono le foto dei dirigenti della Cdu ai tempi del loro esordio in politica. E così Angela Merkel appare in una fotografia del 1990 con i capelli corti accompagnata dallo slogan Wir haben ein Faible für Quereinsteiger – abbiamo un debole per gli autodidatti.
(2) B.Kohler, Frau Merkels Mühlen, in Frankfurter Allgemeine Zeitung, 27 novembre 2006, pag. 1.
(3)Die Redaktion, Rückhalt für Merkel- Denkzettel für Rüttgers nach Richtungsstreit, in Frankfurter Allgemeine Zeitung, 27 novembre 2006, pag. 1; J. Laithäuser, In der 23. Spielminute, in Frankfurter Allgemeine Zeitung, 28 novembre 2006, pag. 2; B. Kohler, Ein Abbild dieses Landes, in Frankfurter Allgemeine Zeitung, 21 novembre 2006, pag. 1; M.Krupa, Rüttgers’ Club, in Die Zeit, 23 novembre 2006, pag. 1.
(4) Die Redaktion, Merkel: die CDU bleibt auf Reformkurs, in Frankfurter Allgemeine Zeitung, 24 novembre 2006, pag. 1.
(5) J. Laithäuser, Wir sind und bleiben die Volkspartei der Mitte, in Frankfurter Allgemeine Zeitung, 23 novembre 2006, pag. 2.
(6) Sulle mozioni presentate dalle correnti del partito si veda tra gli altri: Die Redaktion, Der Antrag aus Düsseldorf, in Frankfurter Allgemeine Zeitung, 28 novembre 2006, pag. 1; Die Redaktion, Der Antrag aus Stuttgart, in Frankfurter Allgemeine Zeitung, 28 novembre 2006, pag. 2; J. Laithäuser, Lassen Sie uns ringen um den besten Weg, in Frankfurter Allgemeine Zeitung, 28 novembre 2006, pag. 3;
(7) J. Laithäuser, Merkel: Die Jüngeren werden weniger Arbeitslosengeld kriegen, in Frankfurter Allgemeine Zeitung, 27 novembre 2006, pag. 3.
(8) M. Schäfers, CDU will Beschäftigte am Unternehmen beteiligen, in Frankfurter Allgemeine Zeitung, 28 novembre 2006, pag. 1;