La verità dei fatti sul Nuovo Centrodestra

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

La verità dei fatti sul Nuovo Centrodestra

27 Aprile 2014

Per rispetto verso gli italiani, la competizione elettorale non può basarsi su false verità, perché la falsità non diventa verità anche se viene ripetuta. E per evitare che queste falsità siano reiterate, intendo ricordare la verità dei fatti che hanno portato alla nascita del Nuovo Centrodestra. La prima verità: noi siamo stati eletti con il Popolo della Libertà e non abbiamo mai cambiato partito e volevamo restare deputati e senatori del Popolo della Libertà. Il partito, invece, è stato chiuso con un ufficio di presidenza durato mezzora e, cosa più grave, ignorando la volontà di milioni di italiani che lo avevano votato.

La seconda verità: noi volevamo continuare a usare il simbolo del PDL, perché volevamo continuarne la storia e gli ideali, ma non ci è stato consentito. Così abbiamo deciso, senza aprire polemiche, di rinunciarvi e abbiamo fondato il Nuovo Centrodestra che è un nome e anche un obiettivo. La terza verità: nel corso dell’intervento pronunciato il 4 agosto, dopo la condanna, dal palco sotto Palazzo Grazioli, il presidente Berlusconi aveva assicurato agli italiani che avrebbe distinto la sua vicenda giudiziaria dal destino dell’Italia, della nostra Patria. Aveva usato precisamente queste parole: "Abbiamo detto che il governo deve andare avanti (…). Quello che ci spinge non è il nostro interesse particolare, ma prima di tutto viene sempre l’interesse di tutti e della nostra Italia".

Noi abbiamo seguito la strada che ci aveva indicato, per l’impegno d’onore con gli elettori del Popolo della Libertà e con tutti gli italiani. Altri – e non noi – hanno scelto una strada diversa che ha portato quel partito a una posizione politica ambigua, né di maggioranza né di opposizione, né carne né pesce. Comunque contro l’Italia.

Ultima amarissima verità: in quei giorni di agosto e anche di settembre, dopo la condanna, il Pdl (l’acronimo che non emoziona, come diceva il presidente Berlusconi) sfiorava il 30 per cento. Erano i tempi, drammaticamente vicini eppure così lontani, in cui il Popolo della Libertà era un movimento politico che riduceva le tasse sulla casa e, alla guida del ministero delle riforme, aveva in mano il timone del cambiamento del Paese e al suo leader incontrastato, Silvio Berlusconi, tutto ciò veniva riconosciuto con quel 30 per cento di consensi. Oggi, quel leader dice che accende un cero se Forza Italia, che evidentemente emoziona molto meno del Pdl, raggiungerà il venti per cento. I nodi sono venuti al pettine ma, checché ne dica il presidente Berlusconi o qualche suo sciagurato consigliori, la colpa non è del pettine, ma di chi quei nodi ha ingarbugliato fino a renderli inestricabili.