La vita sessuale di bin Laden ci fa rimpiangere “le Mille e una Notte”
22 Maggio 2011
di Zia Giugi
Cara Zia Giugi, cosa dobbiamo aspettarci dal successore di Osama Bin Laden? Sherazade
Tutte noi ragazze abbiamo un’idea romanzata dei guerriglieri. A partire da Che Guevara che, guerrafondaio o meno, è sempre stato un gran figo (è vero che lo amiamo più per quegli occhi appassionati che per i suoi aneliti di liberazione armata della Bolivia). Per continuare con Vallanzasca, il bel Renè, le cui foto da giovane campeggiano sui femminili come prototipo di bello e dannato. Per finire con Carlos, che complici le pochissime immagini da rotocalco, eccita la nostra fantasia romantica, strage di Monaco o meno.
Siamo arrivate ad idealizzare persino Renato Curcio, che nonostante tutti quegli assassinii sulla coscienza, tiene concioni nelle università avendo addosso gli occhi rapiti delle studentesse. Insomma, possiamo dire che i cattivi ci piacciono da sempre. In questi tempi di magra, poi, per un gesto virile siamo disposte persino a dimenticare la crudeltà più efferata. (Chiunque a questo punto commenti che siamo delle poco di buono, ci coglie). Comunque, com’è, come non è, se c’è un cattivo o un delinquente in giro, il nostro istinto primordiale valuta velocemente la qualità del suo virile amplesso e se viene promosso entra direttamente nel nostro Olimpo. Chiaro che nessuna lo confesserà nemmeno sotto tortura.
Ora, riguardo ad Osama Bin Laden ed alla sua banda, siamo sempre state un po’ scettiche. Non ci hanno mai sedotto più di tanto quelle barbe lunghe e quegli occhi spiritati. Anche perché i loro messaggi sono di una noia mortale. Un paio di proclami sulla distruzione di Israele e un altro paio sulla guerra santa contro l’immoralità dell’Occidente, ripetuti all’infinito. Dal punto di vista femminile, un piattume emozionale unico. Mai un guizzo di romanticismo. Mai una storia d’amore contrastata tra un capo guerriglia e la figlia del capo avverso. Mai una Giulietta e un Romeo tra sciiti e sunniti. Mai una Tosca corrotta da uno Scarpia in jallabiya. Solo storie di tristi e fugaci tradimenti, finiti in tragedia con sanguinose lapidazioni. Una mancanza assoluta di capacità di narrazione.
Eppure, analizzando la vita sessuale dell’Osama stesso, c’è di che congratularsi. Già il padre non se ne lasciava scappare una, vista che ha 50 figli. Lui poi ha mantenuto la tradizione, accoppiandosi con 7 o 8 mogli legittime e mettendo al mondo una ventina di figli. Triste apprendere ora dai mezzi di informazione che il covo segreto dov’è stato catturato era ricco di materiale pornografico. Una collezione completa, sembra, di dvd porno di ampia varietà. Il fatto ci insegna quanto avvelena la privazione dei vizi. Tutte queste serate fredde in montagna, senza potersi bere un sano grappino. O rosolare una bella grigliata di costine di maiale. Tra uomini puzzolenti che stanno intorno ad un fuoco con una vecchia coperta militare addosso.
Sono cose che stressano, cari miei. E ci credo che a uno viene voglia di fare scoppiare qualche ordigno. E pensare che nel frattempo, ci sono ville al mare in cui ragazze dalla coscia lunga passeggiano a bordo piscina poco coperte e molto disponibili. E si sprecano le caraffe di Martini. E l’orchestrina suona ballabili. Noi in Occidente sappiamo che un po’ di sano bunga bunga rilassa, schiarisce le idee e relativizza le ideologie. Nessuno si sogna, la mattina dopo, ancora un po’ intontito ma sorridente, di indossare cinture dinamitarde. Il massimo sforzo è mettere un accappatoio e farsi la barba. La privazione fa male, annebbia. Poi va a finire che uno le cose le fa lo stesso e non ne gode neppure. L’immagine dell’uomo più sanguinario del pianeta che passa i pomeriggi guardando le porno peripezie di un’odalisca in giarrettiera, su un vecchio televisore a pochi pollici, è uno degli spettacoli più deprimenti che l’Oriente estremista potesse dare. Roba che una rimpiange le Mille e una Notte.