L’Abruzzo boccia strumentalizzazioni e demagogia dell’Idv sul nucleare
09 Marzo 2011
di V. F.
Ventitrè no e undici sì. Sono questi i numeri che ieri, in Consiglio regionale, hanno sbarrato la strada alla mozione presentata da Italia dei Valori contro il nucleare.Una mozione, che sotto la maschera della difesa del territorio e della salute dei cittadini, ha fatto dubitare in più di una occasione di nascondere il vero volto della demogogia e della pretestuosità. Una battaglia di retroguardia che oggi la regione Abruzzo non può permettersi.
Il documento dell’Italia dei Valori prendeva spunto dalla sentenza della Corte Costituzionale (la n. 33 del 2011) nella quale si stabilisce che per la realizzazione di una centrale nucleare è necessario il parere della regione interessata. Domanda che si è immediatamente dimostrata strumentale e non prioritaria: un atteggiamento, del resto, al quale l’opposizione in Consiglio regionale ha largamente abituato la maggioranza e che è stato esercitato in più di una occasione. E’ del tutto inutile, infatti, sulla materia del nucleare, invocare a gran voce il dietrofront delle istituzioni come ha fatto il Centrosinistra: “il presidente e la Giunta – si legge nella mozione presentata ieri – sono invitati ad esprimere in tutte le sedi competenti la contrarietà della regione Abruzzo ad ospitare centrali nucleari sul proprio territorio, riconoscendone l’incompartibilità”. Come dire, senza voler scomodare William Shakespeare, “tanto rumore per nulla”. E lo spiega con tutta calma l’assessore alla Protezione Civile, Gianfranco Giuliante: “Nei giorni scorsi è stata approvata la carta della sismicità, che conferma che in qualche modo tutta la regione è interessata da fenomeni sismici di diversa entità. Per cui il nostro territorio è chiaramente incompatibile con l’installazione di centrali nucleari”.
Inutile sbracciarsi, dunque, e pretendere a tutti i costi che chi governa l’Abruzzo affermi idee che non condivide pienamente. Quella sul nucleare è una discussione seria che, al di là dei limiti oggettivi, va approfondita e analizzata in tutti i suoi risvolti. Perché anche se l’Abruzzo, come sembra, non potrà ospitare centrali nucleari, è sbagliato farne una battaglia ideologica senza far comprendere ai cittadini come stanno realmente le cose. Dai banchi dell’opposizione è stata ripetutamente tirata in ballo la Regione Lombardia. Un esempio di modernità e di buona amministrazione che, però, è stato fatto notare, ha detto no al nucleare. E’ vero, ma il governatore della Lomabrdia, Roberto Formigoni ha anche precisato che quella del nucleare “è una scelta opportuna” che però nella sua regione è impraticabile per mancanza di sedi adeguate.
E’ questo il messaggio che le istituzioni lombarde hanno trasmesso ai propri cittadini, senza inutili allarmismi e senza creare quel clima da caccia alle streghe capace solo di bloccare il cammino verso il progresso e la modernità. Che a volte può chiedere di accettare scelte apparentemente impopolari, ma necessarie. Bisogna documentarsi prima di sparare a zero. Chi governa ha questo dovere. Il nucleare, o meglio, l’utilizzo e lo sviluppo di questo tipo di energia, può rappresentare un’opportunità. Per questo è un tema che va affrontato e approfondito senza pregiudizi e senza strumentalizzazioni, perchè potrebbe rappresentare una risorsa in alcuni campi capace di risolvere molti problemi energetici, dell’Abruzzo come di tutto il Paese.
Non si tratta di andare controcorrente, ma non si può prestare il fianco al terrorismo ingiustificato e assecondare l’atteggiamento di chi vuole far credere che dire no a priori al nucleare significa avere a cuore il benessere degli abruzzesi. Il problema va affrontato con lungimiranza politica, in modo corretto e responsabile.
Se, come assicurano gli esperti, gli impianti nucleari sono sicuri, non generano gas serra e garantiscono energia a costi inferiori del 30-40% rispetto agli attuali, di fronte alla corsa al rialzo del prezzo degli idrocarburi, si potrà tirare un sospiro di sollievo. Perché l’energia nucleare può rappresentare una valida fonte energetica alternativa al petrolio. Questo non significa non tenere nel giusto conto eventuali rischi e pericoli. Però prima di puntare l’indice bisogna verificare tutti i pro e i contro. Visto che anche una fonte autorevole come l’oncologo Umberto Veronesi, che spesso ha condotto grandi battaglie ambientaliste, ha affernato che dalle centrali nucleari non escono radiazioni.
Che non significa sottovalutare i rischi, ma conoscerli e quindi superarli.